A don Bernardino De Càrdenas, feudatario di Pisticci, si deve probabilmente l’introduzione del culto di S. Rocco. Organizzò nel 1657 la prima processione accompagnata da guardie, amministratori ed autorità, quaranta zoccolanti, un gruppo di musici e quattro cavalieri, vincitori di una precedente gara equestre. S. Rocco così divenne il protettore dalla peste e dagli altri mali contagiosi. L’amministrazione delle Feste fu retta, dai primi anni del 1800, dall’arciprete Pietro Antonio Laviola e successivamente ora da un deputato laico ora dal clero. Dal 1907 al 1914, il comune affidò la carica a persone di fiducia. Fu il commissario prefettizio, nel 1914, che pregò il clero ad occuparsi delle Feste di S. Rocco. Nel 1919, poi, la grande Festa di Ringraziamento per la fine della guerra con la statua portata a spalle dai reduci.
Risale all’1 gennaio 1921 il primo “Statuto Fondamentale per la nomina ed azione del Comitato per le Feste Patronali di Pisticci” compilato dall’arciprete Vincenzo Di Giulio. Il comitato doveva comprendere almeno otto membri, scelti fra ”…Persone morali, oneste ed abili, appartenenti a tutte le classi della cittadinanza, senza badare a distinzione di partito o di casta “. L’avvento del Fascismo modificò la struttura della Deputazione, al cui vertice venne collocato Giuseppe Coriglione, dal 1924 al 1927, mentre fu imposto che i portatori dovevano essere esclusivamente uomini in camicia nera. Nel 1932, fu adottato un regime di stretta austerità.. La commissione si era assunto l’impegno di offrire un contributo per la costruzione della nuova chiesa, progettata dall’architetto Ernesto La Padula. Nel maggio del 1939, il comitato venne nominato dal Dopolavoro Comunale. Le Feste furono sospese poi nel 1943, a causa del conflitto mondiale e il 17 aprile 1944, il reintegro al parroco, di una carica legittima.“Parve agli occhi nostri – scriveva Di Giulio- che la tramontata era Fascista, totalitaria, autarchica e monopolista, entrata pel buco della toppa negli affari della Chiesa, avesse dovuto spadroneggiare come l’Era Volgare e addivenire ultramillenaria. Ma in soli venti anni, nata con la violenza e le mistificazioni rivoluzionarie, sempre in campo, è perita miseramente lasciando l’Italia ed il mondo nella più triste desolazione morale, materiale, politica, civile e religiosa.” (Dalle Cronache Parrocchiali). Il 6 luglio 1945 si costituì un nuovo comitato con l’ingresso di altri consiglieri. Era formato dai sacerdoti Vincenzo Di Giulio, don Paolo D’Alessandro e don Leonardo Delfino, e dai signori Vincenzo Rotundo, Domenico Scazzarriello, Donato Masiello, Raffaele Di Gilio, Donato Caruso, Rocco Luigi Santarcangelo, Mario Di Stasi, Domenico Laviola, Rocco Florio, Pietro Forte, Pasquale Natuzzi, Rocco Vitelli, Francesco Pastore, Alfredo Gemma, Nicola Novellis, Giuseppe Viggiani, Leonardo D’Angella. Qualunque tipo di contratto cominciò ad essere stipulato con clausole molto severe: ad esempio ogni inadempienza del servizio di orchestra era passibile di multa. Le casse, intanto, non erano certamente floride: per evitare la spesa annua di tremila lire per il fitto della cassa armonica, il presidente prospettò addirittura la necessità di venderla, ma il comitato respinse la proposta suggerendo il magazzino di S. Rocco come deposito. Nel 1946 si esibì, per la prima volta il Gran Concerto di Acquaviva delle Fonti, reduce da successi internazionali, per quale fu stanziato un compenso di L. 350.000 più vitto ed alloggio ad otto solisti ed maestro (dal pomeriggio del 14 a tutto il 17 agosto). Quello del 1946 fu uno dei pochi bilanci in attivo, con entrate pari a L. 1.697.764 ed uscite di 1.434.613. Venne pure concesso un contributo all’arcivescovo di Matera per l’acquisto dell’automobile ufficiale della Curia. Bilancio attivo anche nel 1947, per cui, a titolo di beneficenza, furono donati al locale Orfanotrofio 40 tomoli di grano. Nel 1950 molti pisticcesi residenti negli Stati Uniti e Canada avevano raccolto 3.600 dollari per l’acquisto dei locali tenuti in fitto dall’Orfanotrofio. Dal 1959 al 1965, presidente laico fu eletto l’avv. Sinisi, che deliberò di assegnare, ogni anno, una somma al parroco per le opere più urgenti e 600.000 lire per l’acquisto dell’organo. Durante la gestione Sinisi, furono indette le prime gare pirotecniche con in palio medaglie d’oro. Le feste del 1964 furono ridotte a soli due giorni per contenere le spese di restauro della chiesa di S. Rocco. L’innovazione più importante fu lo spostamento della processione del carro alla sera del 17 agosto, per …chiudere la festa con solennità e maggiore accostamento del popolo. Tutto il resto è storia di oggi.
GIUSEPPE CONIGLIO
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