Si appresta a terminare nel peggiore dei modi questo 2022 per la sanità lucana e il 2023 sarà ancora più catastrofico. L’attività del governo regionale, alla luce delle dichiarazioni fatte nel tempo e delle azioni effettivamente svolte ha dimostrato un comportamento la cui definizione più adatta la lasciamo decidere ai cittadini. Da un lato, c’è il dramma che colpisce sempre più lucani che ormai non riescono ad effettuare visite, esami e terapie tramite il Servizio Sanitario Regionale, dramma la cui entità è stata riconosciuta dalla stessa Regione tramite documenti ufficiali. Il Consiglio regionale in più occasioni ha ribadito che senza le strutture private accreditate la situazione sarebbe ancora più catastrofica e che è di fondamentale importanza procedere con atti risolutivi affinché le strutture possano continuare con la propria opera, scongiurando così ulteriori ritardi nelle cure e la perdita di centinaia di posti di lavoro. Dall’altro lato invece, abbiamo assistito ad una sconcertante inerzia, fatta di mancati provvedimenti o provvedimenti che vanno nella direzione opposta. Ricordiamo che l’aumento di richiesta di prestazioni verso i centri accreditati è dettata da due principali motivi: il primo è che il SSR in maniera diretta non è in grado (e non si sa quando lo sarà) di erogare tutte le prestazioni necessarie per soddisfare i bisogni sanitari dei cittadini; il secondo motivo è che per dislocazione e anche qualità dei servizi erogati i cittadini spesso, per diritto di libera scelta, si rivolgono ai centri accreditati.
Ebbene, nonostante tutto, siamo arrivati alla fine di dicembre, in procinto dell’approvazione della manovra di bilancio regionale e la risposta avuta oggi dall’assessore Fanelli è imbarazzante: al dipartimento non hanno trovato il modo di risolvere la questione e pertanto non sanno se ci saranno le risorse per l’ultimo trimestre del 2022 a cui si aggiunge la totale mancanza di programmazione per l’anno 2023. Al momento, così stando le cose, l’unica certezza è che l’intero comparto della Sanità Accreditata Lucana non potrà più lavorare per conto del SSR, con le conseguenze più e più volte illustrate, ovvero la mancata erogazione di centinaia di migliaia di prestazioni e una grossa perdita di posti di lavoro.
Del presidente Bardi nessuna traccia, nessuna risposta alle PEC e ai ripetuti appelli. All’incontro, oltre all’Unità di Crisi Sanitaria, erano presenti tutte le associazioni di categoria: Cicas, Anisap, Aspat Basilicata, Federbiologi, Federlab e Sanità Futura, che hanno ricordato all’assessore Fanelli e al direttore Bortolan che ci sono stati ben 3 atti del Consiglio Regionale approvati all’unanimità che hanno ufficialmente dato mandato alla Giunta per la risoluzione della vertenza e sottolineando l’assoluta necessità ed urgenza per evitare la catastrofe sanitaria, ma che ad oggi (Natale 2022) il mandato aleggia nel nulla, nonostante da parte delle associazioni, e in particolare dall’Unità di Crisi, siano state indicate in numerose occasioni diverse strade da intraprendere, che sono state però completamente ignorate con i risultati che tutti abbiamo sotto gli occhi. Durante l’incontro, le associazioni e l’Unità di Crisi non hanno potuto far altro pertanto, che ribadire lo scenario (catastrofico) derivante da questo caos burocratico, perché ricordiamo che tutto è nato da una scellerata delibera di Giunta, da atti incomprensibili e dalla mancata programmazione da parte degli uffici regionali. È già stato comunicato alle AA.SS.LL. che tutte le strutture sanitarie del comparto accreditato della specialistica ambulatoriale, date le condizioni prefigurate, non sarà più in grado di erogare le prestazioni sanitarie ai cittadini per conto del SSN.
Sarà pertanto questo, un Natale triste per tantissimi motivi, un Natale di tensione e di sconforto, un Natale che non ha serenità, nemmeno per un giorno. Sarà un Natale passato a pensare a cos’altro fare per impedire che l’anno che verrà cominci nel peggiore dei modi, per i cittadini e per le strutture accreditate.
Urgono iniziative pesanti, perché pesante è il problema da risolvere, cittadini e strutture quindi spenderanno tutte le proprie energie durante questi giorni per spingere il Governo Regionale a fare il proprio dovere istituzionale una volta per tutte e scongiurare il disastro.
L’Unità di Crisi chiederà alle Associazioni di categoria della sanità privata accreditata di informare il Governo nazionale e il Presidente della Repubblica affinché la Basilicata, unica tra le regioni d’Italia, eviti il rischio di azzeramento del privato accreditato nel Servizio Sanitario Nazionale. Nella stessa serata di mercoledì 21 dicembre si è svolta una riunione di coordinamento di tutte le associazioni di categoria per pianificare le azioni da intraprendere.
Views: 19