di Giuseppe Coniglio
Concetto Valente, scrittore, pubblicista, archeologo pisticcese e direttore del Museo Provinciale di Potenza, appartiene alla elite della cultura regionale e italiana. Affiancato da due altri grandi umanisti pisticcesi, Giulio Sanseverino Leto e Pietro Luigi Leone al quale Pisticci dedicherà il Museo Civico, dà lustro e dignità alla comunità del suo paese. Anni fa il figlio Giovanni, in visita a Pisticci, mi fece dono di una Anthologica “La mia Basilicata” che comprende buona parte delle opere del padre. Concetto nacque a Pisticci da Domenico, cancelliere della pretura, e Concettina Cetani di Tricarico il 22 gennaio 1881. Visse a lungo lontano dal suo paese per motivi di studio e lavoro ma vi faceva spesso ritorno per ritrovare gli affetti più cari. Nel 1905 si trasferì a Bologna dove frequentò gli ambienti letterari della città ed ebbe occasione di conoscere Giovanni Pascoli che, dopo la morte di Giosuè Carducci, ed a lui subentrò nella cattedra di Lettere e Filosofia dell’Università. Le sue prime opere risalgono al 1915 con una pubblicazione ed un saggio sul Museo di Potenza. Per il prestigioso Almanacco Bemporad curò poi “La Regione di Orazio”, prima guida completa di Basilicata. La vittoria ad un concorso nazionale promosso dal Ministero dell’Istruzione Pubblica gli aprì le porte per la collaborazione ad altre prestigiose riviste. Valente non fu solo sensibile all’arte ma si inserì anche nel contesto politico del suo tempo che lo vide appassionato nazionalista, come si rileva dalla sua opera “La ribellione antisocialista di Bologna” con prefazione di Luigi Federzoni. Ma l’opera più rilevante e completa rimane senz’altro “Le città morte dello Jonio”, pubblicata dall’editore Zanichelli. Durante i bombardamenti inglesi di Potenza del 1943 si prodigò per salvare le opere d’arte del museo che aveva creato, riportando gravi ferite. Si spense a Potenza il 6 giugno 1954 nella sua casa, a S. Maria. A Pisticci, sua patria, Valente purtroppo continua ad essere ignorato e sono in pochi a conoscere questo suo degno figlio. Nessuna via, piazza o aula scolastica è dedicata al nome dell’illustre cittadino. Solo in piazza Municipio, su una tabella compare una sua poesia. Troppo poco per un intellettuale che ha onorato la sua città dedicandole scritti ed articoli ma che soprattutto ha contribuito a farne conoscere storia e patrimonio artistico e archeologico. Era solito disegnare a mano i vasi ritrovati. A Potenza gli è stato intitolato il 4° Premio della Cultura, una prestigiosa iniziativa dell’Associazione Filatelica Culturale “Isabella Morra” di Potenza che prevedeva anche un concorso scolastico sul tema “La mia Basilicata”. A Potenza, nel cinquantesimo anniversario della morte fu allestita una ricca esposizione di documenti, opere, pubblicazioni, grafiche, da lui scritti ed ideati, oltre a collezioni filateliche e cartoline d’epoca sul tema “Potenza com’era.” Il noto archeologo Dinu Adamesteanu si servì delle sue ricerche per la Storia Antica di Basilicata.
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