La seconda edizione di ”Roots-in”, la borsa internazionale del turismo delle radici, con offerta di viaggi e vacanze dedicati ai lucani di origine che vivono in altre regioni italiane o all’estero, che si apre oggi a Matera, ha una forte sintonia con il Progetto sperimentale Terre di Aristeo che ha sempre creduto nel “turismo di ritorno”. La nostra è un’operazione che va nella direzione di perseguire l’obiettivo della trasformazione e riqualificazione abitativa e ambientale dei borghi spopolati che, oltre a diventare un biglietto da visita per la promozione e riscoperta delle “proprie antiche radici”, possono essere la scelta di residenza dopo esperienze di lavoro e vita all’estero o fuori regione. Ricordo che il Pnrr ha previsto un significativo intervento finanziario per far scoprire e riscoprire il “turismo del ritorno” da parte degli italiani che risiedono da anni all’estero, sono stati migranti e diventati cittadini di altri paesi, ma spesso senza dimenticare i luoghi di origine, i borghi natii di genitori e nonni, quindi con la voglia di tornare a vedere quei paesaggi e quella storia di cui l’Italia è piena.
Terre di Aristeo da tempo lavora al progetto che propone un ampio raggio di offerte turistiche mirate alla vasta platea di italo-discendenti e di oriundi italiani nel mondo (stimati in circa 80 milioni). Ritrovare le radici permetterà una riscoperta “a tutto tondo” dei luoghi di provenienza, consentendo ai visitatori di riappropriarsi della cultura delle loro origini anche attraverso tradizioni, testimonianze, artigianato e gastronomia. Un viaggio emozionale per riconoscere e promuovere l’elemento identitario del nostro Paese.
Tantissime sono le opportunità che vanno coordinate e per le quali si devono anche formare degli operatori del settore che preparano percorsi e viaggi, bisogna preparare i territori italiani e preparare anche gli operatori all’estero che sappiano diffondere le offerte.
Certo è che i borghi devono anche offrire servizi e strutture, alle persone, e ottime condizioni di vita, devono essere ripopolati con continuità, con regolarità e non stagionalmente .Occorre una fruizione mirata in certi periodi e magari anche al limite della capacità, ma la frequenza stabile e la presenza diventa un presidio utile alla conservazione e al mantenimento di quelle infrastrutture ed esercizi, piccoli e grandi, che poi sono i fattori di pregio attrattivo. Ristrutturare case e borghi e strade per una frequentazione di 3 mesi all’anno non serve. Occorre un lavoro integrato, aperto, continuo fatto anche di servizi alle famiglie, ai bambini e una reddittività sufficiente, altrimenti è difficile dare “vita” ai borghi abbandonati da lunghissimi anni. Le comunità italiane all’estero vanno dunque coinvolte in tutto il mondo sia nella valorizzazione della nostra offerta turistica, sia in un’articolata strategia volto a invertire il processo di depauperamento dei borghi lucani per i quali, è ancora più indispensabile continuare “insieme” alle amministrazioni comunali e alle organizzazioni sociali presenti sul territorio l’azione di animazione e formazione. Condizioni queste propedeutiche per il raggiungimento degli obiettivi dichiarati in favore dei quali la Regione Basilicata dovrebbe assicurare sostegno anche per l’individuazione e il reperimento delle risorse finanziarie nazionali e non solo. Aristeo con il Progetto sperimentale sul Turismo di Comunità intende dare il suo contributo.
Saverio Lamiranda, a.d. Terre di Aristeo
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