Bardi-ter, Bardi-quater, Bardi-quinquies: lo psicodramma del governo del “cambiamento

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Una delle crisi più imbarazzanti della storia politica regionale si è conclusa nel peggiore dei modi. A pochi minuti dall’inizio della discussione sulla mozione di sfiducia si è materializzata l’ennesima giunta Bardi frutto delle interlocuzioni tra le forze di maggioranza. A farne le spese gli assessori Acito (forse l’elemento qualitativamente più valido del centrodestra) e l’errante Baldassare sostituiti dall’ultras del Potenza, Alessandro Galella, e dal redivivo Cosimo Latronico. Rientra nuovamente il “pluridimissionario mai dimesso” Franco Cupparo.

Una decisione che non sembra esser stata pienamente digerita dalle varie componenti della rissosa maggioranza: Piro ha da  subito annunciato il voto favorevole alla sfiducia per poi assentarsi; Sileo ha formalizzato l’abbandono della Lega; Zullino e Vizziello si sono dati alla macchia.

In tutta sincerità è francamente impossibile intravedere uno spiraglio di futuro in questa nuova fase del governo Bardi. L’implosione della Lega, maggior azionista di maggioranza, è sotto gli occhi di tutti e sicuramente se ne vedranno gli effetti al momento del rinnovo delle cariche del Consiglio Regionale. 

Anche in questa sede gli esponenti del centrodestra hanno avuto il coraggio di portare avanti una gara al ribasso nella contesa degli insuccessi rinfacciati ai colleghi di centrosinistra.

Non vediamo vincitori in questa lotta fratricida, ma solo sconfitti: i cittadini lucani. A questi ultimi Bardi e gli attori indecenti di questo penoso teatrino devono chiedere scusa con il capo chinato. 

Ora auspichiamo una immediata ripresa delle attività di commissioni e Consiglio Regionale per poter affrontare nelle migliori condizioni gli impegni incombenti previsti dal PNRR. Eventuali e ulteriori mal di pancia da parte delle varie componenti di maggioranza potrebbero seriamente influire sul successo di queste iniziative.

L’unico passaggio positivo che questa sciagurata crisi si consegna è un monito su quelli che sono i progetti futuri alternativi per il governo della regione. A nostro avviso, come abbiamo già ribadito negli scorsi giorni, non c’è più spazio per le accozzaglie affamate di potere per il futuro di questa regione.

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