8 marzo/Imprenditoria femminile: Confartigianato, Servono politiche attive che agevolino la presenza femminile nel lavoro e nell’imprenditoria

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Il trend positivo del mercato del lavoro sta interessando anche il segmento dell’occupazione indipendente, il cui recupero è trainato dalle donne imprenditrici, professioniste e lavoratrici autonome. In  Basilicata il peso delle lavoratrici autonome (12mila) sul totale è del 31,1% che fa della Basilicata la 196esima regione europea su 233 regioni Ue. Lo rileva il Centro Studi Confartigianato alla vigilia dell’8 marzo sottolineando che il contributo del lavoro indipendente alla crescita dell’occupazione è essenziale per ridurre il gap del tasso di occupazione femminile.

“Le nostre rilevazioni – sottolinea la Presidente di Donne Impresa Confartigianato Daniela Biolatto – dimostrano che l’imprenditoria femminile contribuisce all’occupazione e a costruire un futuro di sviluppo per il nostro Paese. Le imprenditrici concorrono anche a ridurre il gender gap, offrendo così alle giovani un esempio importante della concreta possibilità di realizzare le proprie aspirazioni e di superare gli stereotipi di genere nel mercato del lavoro. Siamo consapevoli dei nostri punti di forza ma c’è ancora molto da fare per abbattere le difficoltà che ostacolano le donne e che confinano l’Italia all’ultimo posto in Europa per il tasso di occupazione femminile”. Donne Impresa Confartigianato non chiede trattamenti di favore o corsie privilegiate, ma soltanto il rispetto di diritti che troppo spesso rimangono sulla carta. “C’è ancora molto da fare – sostiene Daniela Biolatto – sia a Bruxelles che a Roma per riconoscere i meriti e le legittime aspettative delle donne. A cominciare da un welfare a misura delle esigenze delle donne come madri, mogli, figlie, lavoratrici”. Tanti anche i problemi comuni con i colleghi maschi uomini: fisco, burocrazia, credito, infrastrutture. Problemi sui quali la Presidente Biolatto sollecita la politica ad ascoltare le ragioni delle imprenditrici e a dare risposte concrete e immediate, affinché il sostegno all’imprenditoria femminile sia, a tutti gli effetti, un pilastro della politica economica di questo Paese.

La novità positiva è segnata dalle donne alla guida di imprese che svolgono ‘mestieri da uomini’ – Nei settori (divisioni Ateco 2007) in cui almeno il 90% degli imprenditori sono uomini, si registrano 57.800 imprese femminili, con una incidenza media del 6,2% a fronte del 22,7% medio per il totale dei settori. Nel dettaglio i settori con ‘lavori da uomini’ sono lavori di costruzione specializzati con 21.153 imprese femminili, riparazione e commercio autoveicoli con 12.294 imprese femminili, autotrasporto e trasporto persone con 10.436 imprese femminili, prodotti in metallo con 8.645 imprese femminili, riparazione ed installazione di macchine ed apparecchiature con 2.790 imprese femminili, legno e prodotti in legno con 2.193 imprese femminili, trasporto marittimo e per vie d’acqua con 201 imprese femminili e raccolta, trattamento e fornitura di acqua con 61 imprese femminili, con 27 unità nei restanti settori.

“Le imprenditrici e in generale le donne italiane –sottolinea la dirigente nazionale e Presidente di  Confartigianato Matera Rosa Gentile – devono fare i conti con la carenza di politiche a favore dell’occupazione femminile e con un welfare che non aiuta a conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Serve una svolta nelle politiche per il lavoro femminile. Servono politiche attive che agevolino la presenza femminile nel lavoro e nell’imprenditoria. Basta con gli interventi-spot: il futuro del nostro Paese dipende anche da quanto e come investiremo, con misure strutturali e stabili, per favorire la piena e duratura partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Anche grazie alle risorse del PNRR abbiamo l’occasione imperdibile di creare le condizioni per sostenere e valorizzare finalmente il talento delle donne e la loro capacità di contribuire alla crescita economica e sociale. E proprio per sostenere questa propensione delle donne a fare impresa – aggiunge Gentile -sono necessari interventi che ne facilitino l’accesso a strumenti per investire e creare occupazione, che consentano di conciliare lavoro e famiglia, che eliminino le disparità di trattamento tra lavoro autonomo e lavoro dipendente. Le imprenditrici contribuiscono attivamente all’occupazione e a costruire un futuro di sviluppo per il nostro Paese offrendo alle giovani donne un esempio importante della possibilità di realizzare le proprie aspirazioni”.

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