Agrilevante – Campagna olearia 2023 in B

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POTENZA – Al centro della settima edizione di Agrilevante, la grande rassegna della meccanica agricola per il Mediterraneo che è tornata a Bari dopo la lunga pausa imposta dall’emergenza sanitaria, il Progetto “Olivo in campo”, che punta a rilanciare la produttività e la redditività dell’olivicoltura made in Italy. La nuova e unica manifestazione interamente dedicata all’oliveto e alla produzione dell’olio extravergine di oliva ha debuttato sotto la regia di Edizioni L’Informatore Agrario. Sotto la lente, le soluzioni e le acquisizioni tecnico-scientifiche che possono contribuire alla sostenibilità economica di questa coltura cruciale l’economia rurale della nostra regione  e del Sud del Paese. L’Informatore Agrario scende in campo sulla filiera con gli agricoltori e stakeholder, operatori economici, in collaborazione con Oprol-Cia Basilicata, coinvolgendo anche gli istituti agrari di Tricarico e Grassano, perchè la filiera olivicola olearia ha necessità di confronto e queste iniziative sono formative in campo con la presenza principalmente di esperti. Ad Agrilevante è previsto un fitto calendario di incontri tecnici, sulla nuova Pac e gli scambi commerciali e persino prove di potatura dell’oliveto. Due convegni organizzati da L’Informatore Agrario: ieri su Nuova Pac e cambiamento climatico, l’impatto sul reddito dell’olivicoltore e domani sabato su Agrotecniche innovative per la qualità e competitività del grano duro. In fiera è presente anche Vita in Campagna con uno spazio articolato in due aree che ricostruiscono gli ambienti di un frutteto e di un oliveto. In ciascuna delle aree tutti i giorni sarà presente un esperto di Vita in Campagna che terrà corsi pratici gratuiti.

“Si tratta di un’iniziativa che si inserisce in un progetto editoriale più ampio a sostegno di un comparto che – spiega Antonio Boschetti, direttore della casa editrice specializzata –, negli ultimi decenni ha subito un vero e proprio crollo, ai danni dell’economia di intere aree del Paese particolarmente vocate alla coltivazione dell’olivo. In una congiuntura attuale su cui pesano gli effetti combinati del calo delle produzioni a livello internazionale, con la drastica riduzione degli stock e l’aumento dei prezzi, riteniamo importante puntare sul progresso dell’olivicoltura italiana attraverso una serie di attività di divulgazione tecnico scientifica volta alla professionalizzazione degli addetti ai lavori lungo tutta la filiera”, ha concluso. Diventa necessario in primo luogo fare i conti con il vertiginoso aumento dei prezzi dell’olio extravergine tricolore.  Alla Borsa Merci di Bari, punto di riferimento per i nostri olivicoltori, il 19 settembre scorso, l’olio extravergine di oliva di prima qualità, con acidità inferiore allo 0,4%, è stato quotato 9,30 euro al chilogrammo sui minimi 9,50 sui massimi. Una quotazione che  obbliga a ripianificare le strategie commerciali e di comunicazione per spiegare ai consumatori il valore dell’olio evo made in Italy. In Basilicata il comparto olivicolo avrà, per la campagna 2023, un calo, “a macchia di leopardo”, in media di circa il 40% della raccolta di olive rispetto alla media degli ultimi anni. In alcune aree ad alta vocazione e qualità olivicola il calo potrebbe essere maggiore. È la stima dell’Oprol-Organizzazione di produttori olivicoli lucani, aderente a Cia Basilicata, tenendo conto dei pesanti segni lasciati sugli oliveti lucani dalle piogge intense e dalle forti grandinate di maggio e giugno. L’allarme di Paolo Colonna, presidente dell’Oprol Basilicata (che associa 2.800 olivicoltori e 18 frantoi di tutte le aree olivicole lucane), nasce dall’analisi della prima parte della campagna olivicola e dalle osservazioni in campo degli olivicoltori lucani. «Avevamo indicato il 2023 come anno di svolta per l’olivicoltura, in particolare per quella lucana, e invece – aggiunge Colonna – siamo costretti a difenderci dai danni dovuti alla crisi climatica e non solo».  E tra i tanti problemi della nuova campagna olearia si parla di prezzi troppo alti per i frantoiani e del fatto che, per la campagna olivicola in corso, le cooperative dei produttori olivicoli potrebbero essere costrette a svendere. Paolo Colonna Oprol riprende le considerazioni di Gennaro Sicolo, presidente CIA Puglia e leader di Italia Olivicola : “porre la questione in questo modo non solo è sbagliato ma è anche dannoso, oltre che irrispettoso nei riguardi delle realtà cooperativistiche e dei consorzi. Da parte del sistema cooperativistico e dei consorzi c’è la massima disponibilità verso i frantoiani, le due componenti devono andare insieme, è necessario superare le logiche di bottega e dei compartimenti stagni, e bisogna farlo mettendosi a tavolino, insieme, per mettere in campo soluzioni avanzate in cui si vince insieme e il settore, nel suo complesso, regga le sfide epocali che il mercato sta imponendo. Alternative a questo modo di agire non ce ne sono: o vinciamo insieme oppure scompariamo sotto i colpi di sistemi olivicoli nazionali, europei ed extraeuropei”. “ E’ il momento di affrontare il mercato educando i consumatori ad acquistare olio extravergine d’oliva a un prezzo che rispecchi qualità e salubrità e sia remunerativo sia per gli olivicoltori che per i frantoiani”. Secondo appuntamento di ottobre sempre per iniziativa de L’Informatore Agrario i prossimi 11-12 ottobre ad Andria, presso l’Azienda Agricola di Pietro. Modelli colturali e sesti di impianto innovativi, meccanizzazione, biosolution e irrigazione per garantire produttività e redditività dell’oliveto saranno i temi della manifestazione, oltre alle moderne soluzioni elaiotecniche finalizzate a valorizzare la qualità dell’olio extravergine di oliva.  

 

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