La provvisorietà del nostro tempo,
Chronos e Kairos. Pellegrino, non vagabondo.
A San Rocco da Montpellier
“Eccellenza Reverendissima, caro Don Lorenzo, onorabili sacerdoti tutti, autorità civili e militari, amati concittadini, giunga a voi tutti il mio saluto e la mia osservanza in questo giorno di festa.
Con profonda emozione rinnovo il mio benvenuto a Lei Eccellenza e a tutte le autorità intervenute perchè la vostra presenza ribadisce – ogni volta – quel patto di fiducia, di intesa e di interazione di cui Palagiano è fiera e riconoscente.
per l’ottavo anno consecutivo mi ritrovo al vostro cospetto, innanzi al nostro Santo Patrono – San Rocco da Montpellier – in qualità di primo cittadino, con indosso la fascia tricolore, a testimoniare l’importanza di questi giorni per la nostra città.
Questi sono i giorni della festa per il nostro paese e sono il frutto di una ritualità che si ripete identica a sè stessa, rinnovando di anno in anno quell’atmosfera gioiosa, che in qualche modo scandisce il tempo della vita della nostra comunità.
Tuttavia – anche per ragioni strettamente personali – viviamo circostanze gioiose che si alternano a momenti di sconforto finanche a vicende tragiche.
In queste ore Eccellenza, la nostra comunità piange la scomparsa di un giovane 29enne, morto di infarto mentre si apprestava a vivere un giorno di spensieratezza.
Ecco, sono queste le circostanze che ci restituiscono il senso della provvisorietà del nostro tempo, in una alternanza beffarda di gioie e di dolori. Sono questi i momenti in cui rivolgiamo al nostro San Rocco domande scomode in attesa di risposte impossibili per noi umani.
Al di là di ciò che questi eventi suscitano nel cuore e nella mente di ognuno di noi, la provvisorietà è il dato della nostra vita e provvisorio è l’aggettivo che definisce la nostra condizione umana sulla terra rimandando ad una questione centrale: il tempo. Anch’esso un elemento ricevuto in dono. Poco o tanto che sia.
Il tempo è la misura di ciò che ci accade, il tempo è la misura del suo trascorrere – sul quale non abbiamo alcun potere ed alcun controllo.
Il tempo si vive non si possiede. E questa scelta rappresenta una grande opportunità,
Nell’antichità i greci usavano due termini diversi per definire il tempo: Chronos per indicare lo scorrere de tempo e Kairos per indicare la qualità del tempo.
E dunque se chronos è la misura del tempo che scorre – (in cui la provvisorietà diventa caratteristica saliente) esso può diventare kairos cioè opportunità di dotare di significato la propria esistenza, occasione per raccogliere in unità ciò che ciascuno di noi è.
E l’unicità di ciascuno vive un debito di riconoscenza all’Alto da cui riceve il tempo, all’altro con cui condivide il tempo.
Così inteso il tempo è dono di relazione, atto di ascolto e responsabilità per cui nel vivere la provvisorietà ognuno si accorge che l’oggi non è semplicemente il giorno che passa ma è, del giorno che passa, ciò che rimane.
È questo – dunque – il punto di connessione al nostro San Rocco da Montpellier. Il tempo vissuto come cammino di costruzione del bene.
La letteratura cristiana – infatti – ci invita ad essere “Pellegrini, non vagabondi”!
In questa prospettiva la provvisorietà non è un male o una carenza ma, appunto, la cifra di un’ulteriore possibilità di bene perché fa dell’uomo un pellegrino e non un vagabondo.
E il pellegrino sa che ogni tappa è un passaggio necessario verso la meta. Verso il bene. Esattamente come ci insegna il nostro San Rocco.
Il significato fondamentale di questa ricorrenza sta proprio nel testamento spirituale del Santo, nell’ispirazione che viene dalla storia del giovane Rocco da Montpellier che si dedica alla cura degli ammalati, al conforto dei sofferenti. E lo fa attraverso il passo del pellegrino, andando incontro alla gente, incontro ai bisogni più diversi.
Pellegrino, non vagabondo. Kairos non Chronos. Il cammino del bene verso la meta. Non passi persi e disperati verso il nulla.
Oggi dunque ci apprestiamo alla consegna le chiavi della città, perché siano poste tra le mani dell’effigie di San Rocco. La consegna delle chiavi – tra i riti simbolici di questi giorni – porta con sé un segno importante: un paese che si affida alla protezione del suo santo patrono e che, nel segno delle chiavi, desidera impegnarsi ad aprire porte, varchi, passaggi… perché questo nostro (piccolo) mondo diventi meta di pellegrinaggi, nella costruzione quotidiana del bene.
È con queste riflessioni diamo inizio alla nostra festa. Auguro a tutti noi di vivere questi giorni con la serenità e la gioia che la festa porta con sè.
Un pensiero lo rivolgo a chi, vive la sofferenza della malattia e non avrà occasione di condividere la festa di piazza. A questi nostri concittadini va il mio augurio di speranza che possiate presto – con l’aiuto del nostro San Rocco – tornare a vivere la nostra Palagiano per ottenere il sollievo che deriva dalla condivisione.
Ai cittadini residenti, a quelli che vivono lontano, ai visitatori e ai forestieri, ai devoti di San Rocco Patrono, rinnovo l’augurio da parte mia e di tutta l’Amministrazione Comunale che oggi ancora rappresento.
W San Rocco – W Palagiano
Buona Festa Patronale a tutti.”
Domiziano Lasigna – Sindaco
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