
Durante la recente campagna elettorale, l’ex Sindaco Raffaello De Ruggieri ha reso pubblica — con una nota del 4 giugno scorso — l’esistenza di un progetto denominato “Fabbrica Giardino”, da realizzarsi in un’area tra La Martella e la zona industriale, per un importo di 39,3 milioni di euro. Il soggetto attuatore sarebbe la Regione Basilicata. Anche il nuovo Sindaco, Antonio Nicoletti, ha brevemente menzionato il progetto nel suo discorso di insediamento del 30 giugno, definendolo importante e urgente.
Sempre l’Avv. De Ruggieri, con una sua nota del 14 luglio 2025 ripresa dalla stampa locale fa sapere che il progetto avrebbe ottenuto l’approvazione governativa definitiva.
Eppure, di questo progetto, così rilevante e impattante, non si è saputo nulla.
I soli precedenti comparabili in termini di investimento pubblico risalgono alla metà degli anni ’80, con la legge sul risanamento dei Sassi. Nello stesso periodo ci furono anche i fondi FIO, che, per un importo assimilabile e con ampio e partecipato dibattito pubblico, portarono alla realizzazione di interventi significativi, come il restauro di Palazzo Lanfranchi, l’ampliamento del Museo Ridola, la riqualificazione di via Ridola, il laboratorio di restauro al PAIP e il Museo dell’Habitat Rupestre.
Oggi, invece, tutto si svolge nel silenzio.
Dalle informazioni reperite l’intervento interesserà un’area agricola di oltre 150.000 mq, adiacente al nucleo storico di La Martella, con nuove edificazioni per quasi 200.000 mc. Tale area rientra nella “cintura verde di consolidamento paesaggistico” proposta dai pianificatori incaricati dal Comune di Matera, (amministrazione Bennardi), per il Piano di recupero di La Martella.
Riteniamo inaccettabile che, in nome della cultura, venga promosso un intervento pubblico di tale portata senza alcuna forma di coinvolgimento della cittadinanza. Un progetto totalmente sconosciuto ai materani, avviato nel silenzio generale, senza alcuna trasparenza né partecipazione. Contrariamente a quanto sarebbe auspicabile, l’intervento non si concentra sulla rigenerazione di aree dismesse — come i suoli dell’ex Barilla o i capannoni abbandonati dell’area industriale di La Martella — ma punta invece a cementificare circa sei ettari di suolo agricolo, situati in una zona di cerniera tra il borgo e la città.
Il progetto evoca figure storiche come Adriano Olivetti e Ludovico Quaroni, che hanno segnato profondamente la storia dell’insediamento di La Martella. Tuttavia, queste personalità sembrano qui utilizzate più come strumenti di narrazione che come reali riferimenti progettuali e culturali.
Annunciamo sin da ora la nostra netta contrarietà a quella che si profila come l’ennesima variante urbanistica in deroga. Chiediamo trasparenza, accesso agli atti e la possibilità per i cittadini e le associazioni di esprimere il proprio punto di vista.Ancora una volta, il suolo viene escluso dal novero dei Beni Comuni e trattato come semplice prodotto di mercato, come risorsa da sfruttare indiscriminatamente, con gravi conseguenze per l’ecosistema. Il suolo è un grande regolatore climatico, un habitat ricco e vitale per gli esseri viventi, umani inclusi. Eppure continuiamo a ignorarne il valore, a consumarlo senza rigenerarlo, riducendo il territorio a una superficie anonima da occupare con volumi edificati, tradendo così la complessità del suo equilibrio naturale e sociale.
Gli enti pubblici coinvolti in questo progetto, Comune di Matera e Regione Basilicata, non solo hanno escluso la comunità e le associazioni dal processo decisionale, ma hanno apertamente ignorato i più basilari diritti all’informazione e alla trasparenza. Nessuno ha mai visto una tavola progettuale, si ignora il nome del progettista, i parametri urbanistici ed edilizi, le valutazioni ambientali, né si conoscono le ragioni della scelta dell’area agricola rispetto a spazi industriali dismessi.
Nessuno sa se effettivamente esista e come sia stata rilevata una domanda di simili spazi da parte dell’“industria manifatturiera culturale”, ignoto è anche il processo con cui sarebbero stati individuati gli “interessi culturali” della comunità, così come non esiste alcuna evidenza di una reale domanda di spazi da parte dell’industria culturale manifatturiera. Non è noto nemmeno quale sia il futuro modello di gestione degli immobili, né con quali criteri saranno concessi o assegnati.
Nessuno ha mai partecipato a un convegno, tavola rotonda, conferenza stampa, confronto pubblico, dibattito preparatorio, semplicemente perché non vi è stato alcun dibattito, alcun confronto pubblico! Mettere la città innanzi al fatto compiuto è una pessima pratica amministrativa che, come già troppe volte accaduto, partorisce progetti di scarsa utilità e infima qualità.
Se il totale deficit informativo può costituire motivo di soddisfazione per chi ritiene di essere solitario monopolista della cultura cittadina o per le amministrazioni che rinnegano la consapevole partecipazione civica in favore del solipsismo politico, le sottoscritte Associazioni non possono che manifestare il totale dissenso avverso tale modus operandi, a tutela dell’insopprimibile esigenza di informazione preventiva dei cittadini, sia singolarmente considerati sia in quanto partecipi del plurale associazionismo materano.
Esprimiamo inoltre forte preoccupazione sullo stato avanzato della procedura. La conferenza di servizi decisoria del 6 maggio 2025, infatti, ha già comportato una variante urbanistica, in un momento in cui il Comune di Matera era commissariato. In piena campagna elettorale e alla vigilia dell’insediamento di un nuovo Consiglio comunale, chi ha deciso — e con quale legittimità — di esprimere la volontà dell’Ente in quella sede? È davvero competenza di un commissario approvare simili trasformazioni urbanistiche?
Alla luce di tutto ciò, chiediamo al Sindaco di Matera di convocare con urgenza un incontro pubblico, secondo le modalità che riterrà più opportune, per condividere con la cittadinanza e le associazioni firmatarie ogni informazione disponibile sul progetto “ZES Cultura Matera – Fabbrica Giardino”.
In particolare, chiediamo:
accesso agli studi preliminari;
visione degli elaborati e delle relazioni progettuali;
conoscenza degli atti istruttori e approvativi;
chiarezza sulle manifestazioni di interesse da parte di operatori culturali;
trasparenza sulle modalità di gestione degli immobili;
informazioni su previsioni occupazionali e ricadute economiche.
Chiediamo inoltre che il Sindaco si impegni a non dare ulteriore impulso alla procedura, per quanto di sua competenza, e si attivi presso le altre amministrazioni coinvolte affinché nessun passo venga compiuto prima che la città sia pienamente informata.
Confidiamo che il Sindaco voglia accogliere questa richiesta, facendo della trasparenza e della partecipazione il primo atto concreto del suo mandato.
In attesa di un urgente e positivo riscontro, le Associazioni firmatarie sospendono ogni più puntuale valutazione di merito sul progetto, così come ogni iniziativa, in attesa di conoscere i fatti.
Matera, 15 luglio 2025
Le Associazioni firmatarie
Legambiente, Italia Nostra, mutamenti a mezzogiorno

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