Un patto per la Basilicata nel segno della partecipazionedi Vincenzo Cavallo, segretario generale Cisl Basilicata

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Ci troviamo oggi in un passaggio decisivo per il futuro della Basilicata e del nostro Mezzogiorno. In un’epoca segnata da trasformazioni radicali, non solo tecnologiche ed economiche, ma anche sociali e culturali, sentiamo forte il bisogno di un nuovo protagonismo sociale, capace di ricucire i legami con le comunità, dare voce ai territori e costruire soluzioni condivise alle grandi sfide che ci stanno davanti. Serve aprire una nuova stagione fondata sul dialogo, sulla responsabilità condivisa e sulla partecipazione attiva di tutte le forze economiche e sociali della nostra regione. È una sfida che va oltre il perimetro della contrattazione e ambisce a creare una spazio di partecipazione che sia generativo di sviluppo, coesione e innovazione, dove co-programmare il futuro di una regione che fatica a trovare una collocazione nel nuovo scenario competitivo globale. La Basilicata ha bisogno, oggi più che mai, di un sindacato che sappia parlare il linguaggio della speranza e immaginare nuovi diritti e nuove tutele. La nostra regione non può limitarsi a subire le esternalità negative delle transizioni ecologica, digitale e demografica: deve essere protagonista, non spettatrice.

Abbiamo risorse preziose – ambientali, culturali, energetiche – e un capitale umano che non possiamo permetterci di disperdere. Eppure, viviamo contraddizioni drammatiche: lo spopolamento, la crisi dello stabilimento Stellantis e del suo indotto, la precarietà del lavoro giovanile, la desertificazione bancaria, i ritardi nella spesa del PNRR. Tuttavia, riteniamo che proprio da queste difficoltà possa nascere un nuovo patto per la Basilicata: un patto che metta al centro l’umanesimo del lavoro, che restituisca valore alla persona, che investa nella partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese e alla programmazione delle politiche pubbliche. Serve un nuovo protagonismo che parta dalle nostre aree interne, troppo a lungo dimenticate, e che rivendichi diritti fondamentali come la salute, l’istruzione, la mobilità, la connettività. È tempo di riportare la presenza dello Stato nei territori, ma anche di costruire reti di cittadinanza attiva, dove il sindacato, con i suoi servizi e le sue associazioni, può essere presidio di giustizia sociale e di sviluppo.

È questo il senso profondo della proposta Cisl sulla partecipazione: dare voce a chi lavora, coinvolgere le persone nelle scelte, fare del lavoro non solo un mezzo di reddito ma uno spazio di dignità e crescita. Perché solo una società partecipativa è una società coesa e democratica. In Basilicata, la sfida è duplice: rigenerare l’industria e investire su nuovi modelli produttivi legati all’ambiente, alla cultura, alla sostenibilità. Usare in modo lungimirante le royalties del petrolio per creare sviluppo alternativo, non assistenzialismo. Valorizzare il nostro potenziale energetico e idrico in una logica di ritorno economico, occupazionale e ambientale per la comunità. È questo lo spazio del nostro protagonismo. Ma è uno spazio che va conquistato. Con proposte, con alleanze sociali, con vertenze, con progetti. E soprattutto con un metodo: quello della concertazione, del confronto, della responsabilità condivisa. Come indicato nei temi congressuali della Cisl: concertare oggi significa governare le transizioni, evitare nuove marginalità, costruire soluzioni concrete e giuste.

Non c’è bisogno di scorciatoie legislative o referendarie: c’è bisogno di contrattazione, buona rappresentanza, innovazione sociale. Serve essere presenti nei luoghi di lavoro e nelle comunità, parlare il linguaggio delle nuove generazioni, unire visione e concretezza. Siamo chiamati ad aprire una nuova stagione. Una stagione in cui la Basilicata non sia periferia, ma laboratorio di protagonismo sociale. Una stagione in cui il sindacato sia forza di proposta, motore di sviluppo e sentinella di giustizia. Questo è il nostro impegno. Questa è la nostra responsabilità. E questa è la nostra sfida per dare speranza alla nostra terra.

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