IL NOSTRO TERRITORIO. LA VALLE DEL SILENZIO (la Valle del Cavone)

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PISTICCI. La valle del silenzio.Come diversamente definire la Valle del Cavone, che attraversa in buona parte – una ventina di chilometri in linea d’aria – il territorio di Pisticci, prima di gettarsi nel mar Jonio ? Una valle che si sviluppa attorno a quello che viene indicato come il quinto fiume della Basilicata,non per questo meno importante,appunto il Cavone, da cui ha preso il nome.Un lungo spazio silenzioso non lambito dal rumore di attività industriali o altro, in cui si distingue il solo stridio delle mietitrebbie nel tempo della raccolta o di altre macchine agricole nel periodo dell’aratura o della semina. Una valle in cui regna un silenzio perfetto,un silenzio di musica vegetale,quello che da soli riescono a far sentire gli alberi delle rigogliose ma anche giovani pinete sparse sotto i pendii della collina pisticcese o delle piantagioni private sparse lungo il percorso.Uno spettacolo raro,ma bellissimo (specie nelle prime ore della mattina) quello che si ammira guardando la vallata,dalla parte più alta di Pisticci la Terravecchia o dalle balconate di Corso Metaponto,Corso Margherita e P.za S.Antonio Abate il cui sguardo domina tutto uno spazio che parte dalla zona di Craco Peschiera,attraversa in lungo tutta una pianura a confine con i territori di Scanzano e Montalbano Ionico,fino a raggiungere la costa ionica con le sue spiagge e il suo mare.La valle del Cavone,appunto,una valle arida ma che sa essere anche rigogliosa, luogo la quale anche l’aria ha la sua storia, guardata a vista dalla Petrolla, una robusta mole rocciosa che si erge maestosa come un corno sulla groppa di un rinoceronte, luogo misterioso a cui sono legate diverse antiche leggende sui briganti. Briganti che,si racconta,scorazzavano in lungo e largo in quella vallata,attraverso sentieri sconnessi e ghiaiosi(alcune ora risultano asfaltate),diritte,lunghe, silenzios e epolverosi, che in passato furono anche testimonianza di scene di transumanza o di pascolo.Insomma una valle,ricca di una sapiente miscela di cultura,ambiente e agricoltura di qualità che ruota intorno a quel corso d’acqua,il Cavone, che si snoda per chilometri e chilometri attraverso un paesaggio ora scabro ed essenziale,di rovi,ginestre,terra e pietre, ora pomposo e ricco, tra campi arati e coltivati,ulivi, vigneti ed aranceti.Un fiume strano che scorre nella più delicata armonia, a volte quasi arido,asciutto e in altre – almeno un paio di volte all’anno nel periodo autunno invernale -minaccioso causa le piene che i deboli argini che lo delimitano, non riescono a contenere. Una valle comunque,che nel suo silenzio, conserva una ricca opera d’arte che pochi conoscono e che tutti dovrebbero visitare.Parliamo della bianca chiesetta di Madonna delle Grazie ai piedi della collina pisticcese e proprio all’ingresso nord della vallata,un piccolo grazioso tempio fondato dai Certosini verso il 1560 e andato presto in rovina.Riedificato nel 1820 grazie alla iniziativa del sacerdote D’Alessandro e più tardi ristrutturato dall’architetto di Casa Reale,nominato tale dal re Ferdinando II°di Borbone, l’illustre pomaricano Francesco Antonio Selvaggi,che all’interno realizzò guglie e capitelli che ancora oggi si possono ammirare,vera e propria straordinaria opera d’arte, prima di portare a termine altro suo capolavoro sul nostro territorio,l’ammirata svettante torre dell’orologio in piazza S.Rocco a Pisticci, il cui suono dei suoi rintocchi,seppure in lontananza,raggiunge anche la silenziosa ma sempre bella “valle del Cavone”.

MICHELE SELVAGGI

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