Intervento in Consiglio regionale sul dimensionamento scolastico del capogruppo PD, Roberto Cifarelli.

Condividi subito la notizia

Gentile Presidente del Consiglio, gentile Presidente della Giunta, Assessori e colleghi Consiglieri,

oggi siamo chiamati a tenere un Consiglio regionale molto importante, e considerato quanto previsto dall’ODG, la discussione si articolerà sul come immaginiamo la Basilicata nel prossimo futuro.

Mentre il rapporto OCSE su Education at a Glance ci dice che” in Italia tra il 2000 e il 2021 il livello di istruzione è aumentato a un ritmo più lento rispetto alla media dei Paesi dell’OCSE” e “la spesa pubblica per l’istruzione da primaria a terziaria è stata pari al 7,4% della spesa pubblica totale (Figura 3), un valore inferiore alla media dell’OCSE (10,6%). Inoltre, in rapporto al PIL, il dato della spesa pubblica per l’istruzione da primaria a terziaria (3,6%) è inferiore a quello della media dell’OCSE (4,4%)” Il Governi nazionale pensa bene di indebolire ancora di più il nostro sistema scolastico introducendo norme capestro in finanziaria.

Innanzitutto ritengo fondamentale fare presente le ragioni che hanno portato noi gruppi di minoranza, a presentare una richiesta urgente di convocazione di questa assise e contestualmente presentare una mozione dal titolo: Ricorso alla Corte Costituzionale per questioni di legittimità costituzionale della Legge 29 dicembre 2022, n. 197, concernente “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e Bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025”. Riorganizzazione rete scolastica. Art. 1 commi 557, 558, 560 e 561…… più comunemente definito dimensionamento scolastico.

La riforma decorre dall’anno scolastico 2024/25 e individua i criteri per l’assegnazione dei Dirigenti Scolastici e dei Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA), tenendo conto della popolazione scolastica regionale e consente allo Stato di stabilire unilateralmente i criteri per il dimensionamento della rete scolastica, in caso di mancato accordo in Conferenza Unificata entro il termine stabilito, sulla base di parametri rigidi che violano la competenza regionale in materia di istruzione e la leale collaborazione.

Per l’a.s. 2024-2025, la norma alza il coefficiente ad un minimo di 900 studenti e non superiore a 1000 per poter avere un proprio dirigente e DSGA, col rischio, di fatto, di accorpamenti e riduzione del numero delle autonomie, e quindi delle scuole gestite dalle stesse, in particolare nelle aree interne, periferiche e nei comuni montani;

In Basilicata si passerebbe dalle attuali 115 scuole con dirigente proprio ed autonome alle 84 previste per l’anno scolastico 2024-2025 con una riduzione del 31%.

La richiesta di Consiglio non è una forma politica per “disturbare il manovratore” ma un’istanza precisa dalla quale riteniamo possa dipendere il futuro della scuola nella nostra regione e prima di occuparmi delle ragioni per le quali riteniamo che, la norma, che cambia i parametri circa l’organizzazione della rete scolastica inserita nella legge di Bilancio dello Stato, sia incostituzionale mi preme fare alcune considerazioni politiche di fondo.

Intanto siamo stati costretti a fermare il Consiglio regionale su una questione che sconvolgerà il futuro della scuola e delle nuove generazioni nella nostra Regione, cosa ammessa perfino dall’assessore regionale al ramo Galella che in una nota ha chiesto ai parlamentari di adoperarsi per sostenere un’azione tesa ad introdurre una deroga per tutte quelle Regioni che presentano una popolazione inferiore a 700.000 abitanti.

Abbiamo dovuto fare richiesta di Consiglio, anche alla luce dell’approccio minimalista che questa amministrazione ha voluto dare ad una questione esiziale per la Basilicata.

E, francamente, è molto triste che, su tutte le grandi questioni che hanno interessato la nostra Regione negli ultimi quattro anni , siano stati sempre i gruppi di minoranza a sollecitare la trattazione in Consiglio……

oramai pare chiaro a tutti che questo Governo regionale tratta la più prestigiosa assise regionale come una dependance degli uffici della Giunta, nell’assoluta acquiescenza dei tanti colleghi di maggioranza che si accontentano di fare da “cornice” ad una tela politica pasticciata. Ma tant’è!!!

Chi vi parla era assessore in carica quanto è stato approvato l’ultimo piano di dimensionamento scolastico di questa Regione: ricordo ancora lo sforzo e la complessità cui fummo chiamati a lavorare e ricordo ancora l’importanza della concertazione tra Comuni, Province e Regione cosa che, se non fosse accaduta, avrebbe causato una pericolosa divaricazione tra le legittime istanze dei territori e le scelte politiche ( e non burocratiche!!) che si andavano a determinare.

Ricordo ancora tutte le ragioni di ogni singolo Sindaco o Preside di Scuola che ponevano l’importanza di mantenere in vita i presìdi scolastici come simbolo di una comunità, eredi del pensiero di un grande Sindaco del passato, Giorgio La Pira, quando affermava che “ in ogni paese dobbiamo trovare una scuola, una fabbrica e una chiesa”.

Tuttavia mentre il mondo della scuola pensava di avere raggiunto dei parametri oramai condivisi, oggi si trova a dover fare fronte a nuovi parametri, ancora più penalizzanti del passato, che il nuovo governo nazionale a guida di centrodestra ha introdotto nella legge di Bilancio dello Stato. Così, in maniera superficiale e senza valutarne l’impatto sociale e culturale.

A questo proposito, voglio ricordare quanto fatto in Parlamento dall’Onorevole del PD, Enzo Amendola che, nell’auspicare la revisione dei criteri di dimensionamento scolastico in Basilicata e in tutte le aree a rischio spopolamento ha evidenziato che “la fine delle deroghe attualmente in vigore per aree interne e montane porterebbe alla soppressione di molti Istituti scolastici, creando enorme disagio e non garantendo il diritto allo studio alle nuove generazioni di lucane e lucani: in Basilicata numero di studenti è sceso da 79.568 unità riferite all’anno scolastico 2017-2018 alle 70.802 unità dell’anno in corso, una perdita netta di 8.766 alunni. Senza un intervento preventivo, i servizi scolastici sino ad oggi assicurati nelle aree svantaggiate sono a rischio chiusura. “

In Basilicata i dati sullo spopolamento sono noti a tutti. Nel 2013 eravamo in 576.194 abitanti …..dieci anni dopo siamo 541.168 …….meno 35.026 lucani.

In PROVINCIA DI POTENZA la densità di popolazione abitanti per chilometro quadrato è di 53,5 mentre in Basilicata è pari a 54,9, dato che colloca la regione al penultimo posto seguita solo dalla Valle D’Aosta.

 Ben 54 comuni su 100 hanno una popolazione inferiore a 2000 abitanti e che i comuni totalmente montani della provincia sono 82 su 100. Inoltre, altri comuni svantaggi o sottoposti a vincoli naturali significativi ai sensi delle Direttiva 75/268/CEE e del regolamento UE 1305/2013 sono 18 su 100e, pertanto, i comuni montani e/o svantaggiati sono 100 su 100 (il 100%) e diversi si trovano in situazioni di conclamato isolamento.

 In termini scolastici, negli ultimi dieci anni, la riduzione della popolazione è stata di circa il 7,5%. Considerato che gli istituti scolastici (A.S.2022-23) presenti nella provincia di Potenza sono 75, di cui 45 Istituti Comprensivi, 26 Istituti Superiori di secondo grado, tre Omnicomprensivi e un CPIA, con il parametro dei 900 studenti, introdotto dal provvedimento del Governo nazionale, potrebbe portare, nei prossimi sette anni, tenuto conto dell’ulteriore riduzione di popolazione scolastica, ad una riduzione del 45% circa degli istituti scolastici attualmente presenti e nell’immediato, per l’anno scolastico 2024-25 previsto dal comma 557, una riduzione di 25 Istituti.

In PROVINCIA DI MATERA il dato della densità abitativa per chilometro quadrato peggiora e in 18 comuni della provincia gli abitanti per kmq sono addirittura 30.

Inoltre, i comuni totalmente montani sono 11 su 31 e considerando che ci sono altri 19 comuni svantaggiati ai sensi della Direttiva 75/268/Cee , in pratica abbiamo 30 centri sui 31 totali che possono considerarsi o montani o svantaggiati. Gli Istituti scolastici presenti sono 40 di cui 24 Istituti comprensivi, 15 Istituti superiori di secondo grado e 1 CPIA.

Complessivamente quindi, lo ripeto, l’applicazione dello sciagurato parametro dei 900 studenti porterebbe, nei prossimi tre anni, ad una riduzione del 31% degli istituti scolastici autonomi .

 In questo contesto, ribadiamo con forza quanto proposto dall’ Upi Basilicata e dai presidenti della Provincia di Matera e Potenza.

In modo particolare, il Presidente dell’Upi regionale ha ricordato che “nel dimensionare si debbano mantenere i limiti numerici attualmente in vigore ( 500 e 300 per i Comuni montani). Ciò garantirebbe la tutela non solo della comunità scolastica ma anche dei centri nei quali il plesso esso si trova”.

Infatti, se oggi il numero è di 500 alunni per scuola, che diventa di 300 per i comuni montani, dal 2024 crescerebbe fino a 900, con un’evidente effetto nefasto per la nostra Basilicata che pagherebbe dazio all’andamento anagrafico della popolazione studentesca costantemente in decremento. Di fatto la Basilicata sarebbe la regione più penalizzata d’Italia.

Fortunatamente il dibattito ha preso una piega nazionale e quindi, di fronte alla mobilitazione di scuole, sindacati, alunni ed Istituzioni locali anche la pugnace Presidente Meloni si troverà costretta ad occuparsi di questa vicenda ed inserirla tra gli errori di questi primi quattro mesi di governo.

Il Governo regionale invece, almeno fino a quando la questione non è stata sollevata da noi, taceva e, reticente sul da farsi, ha pensato bene di occuparsi di dimensionamento scolastico con provvedimenti approvati alla chetichella.

Voglio ricordare a questa assise che la Giunta regionale, il 13 gennaio scorso ha approvato la Delibera n. 012 avente per oggetto proprio alcune modifiche relative “Piano del dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche e della programmazione dell’offerta formativa regionale – Anno scolastico 2023/2024”.

A tal proposito, con una nota indirizzata alla Presidente della IV^ Commissione e al Presidente del Consiglio , ho chiesto di portare alla prossima seduta della Commissione il suddetto atto al fine di evitare il mancato rispetto di una norma statutaria e, soprattutto, per dare la possibilità ai Consiglieri di esprimersi su di un provvedimento programmatorio in un ambito, la scuola, così delicato e fondamentale per le sorti della comunità regionale.

Infatti, contravvenendo all’art. 58 comma 5 e 6 dello Statuto Regionale, l’atto deliberativo non è stato trasmesso alla Commissione regionale competente, né tantomeno al Consiglio, ma direttamente ed erroneamente all’Ufficio Scolastico Regionale che con decreto ha provveduto a rendere esecutivo il pronunciamento della Giunta.

Si è trattato di una grave “dimenticanza” che la dice lunga sul livello di consapevolezza e di approfondimento su un aspetto così decisivo per la vita delle nostre comunità e non è solo una questione di rispetto delle prerogative dei Consiglieri, ma soprattutto, di rispetto dei territori e delle loro istituzioni scolastiche.

Ritornando al dibattito odierno, mi auguro che il Presidente Bardi ed i Consiglieri di maggioranza abbiano capito bene la portata di questo provvedimento legislativo.

Finora ciò che è chiaro è che nessuno della maggioranza si è adoperato all’interno dei propri partiti per fare presente al Ministro Valditara le conseguenze di questa nuova riorganizzazione scolastica. Ma quello che è più grave è che il Presidente Bardi alla stregua di quanto avvenuto nella vicenda dell’autonomia differenziata e alla evidente ricerca di una ricandidatura non ha inteso fare nulla che potesse creare imbarazzo al cospetto del governo nazionale.

Mi sarei aspettato che fosse andato a Roma a fare presente al Ministro la dirompenza della nuova organizzazione scolastica a danno della Basilicata ma poi, riflettendo, mi sono detto : cosa posso attendermi dal Presidente della Regione che, al cospetto di un Consiglio regionale monotematico sull’autonomia differenziata in conferenza Stato/Regioni ha deliberatamente rotto il fronte delle regioni del sud per consegnarsi prima a Calderoli e, oggi, a Valditara della Lega Nord.

 Nel caso di Bardi la miglior difesa è…………..l’attendismo e della difesa degli interessi della nostra regione……poi si pensa.

Questo atteggiamento pavido Le sarà sempre ricordato, caro Presidente.

Guardi signor Presidente, se i due consigli provinciali di Potenza e Matera, l’UPI e tutte le istituzioni scolastiche nonché i sindacati ed il mondo associazionistico si stanno interrogando su quale e come sarà la Basilicata dopo questo provvedimento non è per rovinarle l’umore o la sua impalpabile giornata istituzionale e che ne va – ripeto – del futuro della scuola e delle nuove generazioni in Basilicata.

Con la denatalità ai minimi termini, alcune Regioni rischiano di vedere ridotto il numero delle scuole autonome, laddove già per l’anno venturo sono previsti ulteriori accorpamenti con perdita dunque di posti di dirigente e di personale docente e amministrativo, per non parlare dell’ impoverimento culturale e sociale del territorio.

Alla luce di tutto ciò la mozione presentata solleva una questione di legittimità costituzionale in quanto le norma approvate con all’art. 1 comma 557, e commi 558 – 561 della Legge 197 /2022 siano lesive delle competenze regionali in materia di dimensionamento della rete scolastica oltre che dei principi di leale collaborazione e sussidiarietà e di rispetto delle procedure di coordinamento Stato/Regioni in materia di scuola nonché la riduzione del numero delle istituzioni scolastiche non può rappresentare un obiettivo dello Stato in quanto in contrasto con i principi di ragionevolezza e di buon andamento dell’amministrazione, così come indicato dalla Costituzione.

In conclusione, mi aspetto che l’intero Consiglio regionale faccia fronte comune ed insieme ad altre regioni d’Italia si impugni la decisione del governo per portarla davanti alla Corte Costituzionale.

Abbiamo il dovere di provarci. Per la Basilicata.

              Potenza, 7 marzo 2023 Il Consigliere Regionale

                                                                                                           Roberto Cifarelli

Hits: 61

Condividi subito la notizia