
La strage di lavoratori a Calenzano si sta rivelando sempre più grave e drammatica con un bollettino pesantissimo di cinque morti e 26 feriti, di cui due operai lucani – Gerardo Pepe, 45 anni, residente a Sasso di Castalda, e Franco Cirelli, cinquantenne di Cirigliano -della Sergen di Grumento Nova, impegnata in attività di manutenzione all’interno del sito. Oggi è il giorno del dolore e del cordoglio per le famiglie che hanno perso operai che stavano semplicemente facendo il proprio lavoro per garantire il sostentamento della famiglia e il futuro dei figli. La ricostruzione di quanto è realmente accaduto è essenziale per capire cosa poteva essere fatto per salvare le vite umane e mettere fine ad un tributo di sangue: 890 morti sul lavoro nei primi dieci mesi dell’anno. La prima risposta che è venuta da sindacati e lavoratori in Toscana con lo sciopero generale e i presidi è la riprova della grande volontà e dell’impegno affinchè l’emergenza degli incidenti sul lavoro diventi per il Governo una priorità. Sono certo che i sindacati e i lavoratori lucani dopo l’onda emotiva e di cordoglio si mobiliteranno come hanno già fatto in occasione dello sciopero generale e della manifestazione di Cgil e Uil a Potenza il 29 novembre scorso. Come sono certo che anche gli enti locali sapranno individuare iniziative ed azioni di sostegno a questa che è diventata una battaglia democratica di civiltà contro la barbarie della strage di lavoratori.

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