Ospedale di Villa d’Agri

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Spi Cgil, partiti, associazioni e società civile avviano mobilitazione:“Ritirare il bando per la ristorazione sanitaria”

Si è svolto al Centro sociale di Villa d’Agri, un incontro pubblico promosso dallo Spi Cgil Val D’Agri per discutere della controversa decisione di delocalizzare il centro cottura dell’ospedale “San Pio da Pietrelcina” di Villa d’Agri, contenuta nella nuova gara d’appalto per la ristorazione sanitaria. All’incontro hanno partecipato Auser Tramutola, Libera Val D’Agri, Bene Comune, Rete degli Studenti medi Val d’Agri, una delegazione di studenti del corso di infermieristica della sede di Villa d’Agri della Cattolica di Roma, Partito Democratico di Tramutola M5S della Val D’Agri e AVS Basilicata.

Nonostante i chiarimenti forniti dall’azienda ospedaliera regionale San Carlo, il sindacato, i rappresentanti politici locali e le associazioni hanno espresso “preoccupazione e netta contrarietà a una scelta che appare del tutto incomprensibile e pericolosa. L’introduzione di un nuovo modello organizzativo – hanno detto – non può prescindere dal coinvolgimento pieno delle comunità locali, soprattutto quando riguarda la qualità dell’assistenza sanitaria, i diritti dei lavoratori e la tenuta del presidio ospedaliero. Se da un lato si parla di innovazione e di miglioramento qualitativo, dall’altro la documentazione tecnica conferma che la struttura esistente non è valorizzata, né garantita come centro produttivo, lasciando di fatto campo libero alla sua dismissione. Questo significherebbe, in concreto, maggiore fragilità del servizio, legata alla logistica; deterioramento progressivo della qualità dei pasti serviti ai degenti; rischi per la stabilità lavorativa dei dipendenti oggi in servizio nella cucina di Villa d’Agri; perdita di controllo pubblico su un servizio essenziale, ulteriore impoverimento del nosocomio di Marsicovetere”.

Sindacato, associazioni, partiti e rappresentanti della comunità locale chiedono “la sospensione temporanea della procedura di gara per il lotto 3, al fine di approfondire, in sede tecnica e politica, le ricadute specifiche sull’ospedale della Val D’Agri; trasparenza, con la pubblicazione dei criteri tecnici adottati per l’esclusione del centro cottura interno, che oggi è attrezzato, funzionante e pienamente operativo; l’attivazione di un tavolo tecnico e politico permanente, con Regione Basilicata, Asm, ospedale San Carlo, rappresentanze sindacali e istituzioni locali, per monitorare la reale applicazione delle clausole di salvaguardia e le condizioni operative nei singoli presidi. Rifiutiamo – affermano – qualsiasi logica di smantellamento strisciante dei servizi ospedalieri, che spesso avviene senza clamore, ma che si traduce nel tempo in meno servizi, meno risorse e meno lavoro nei territori periferici. Nel denunciare l’ipocrisia di chi ha promesso il rilancio dell’ospedale con conferenze stampa e passerelle, per poi, nei fatti, avallare o ignorare decisioni che ne minano la piena funzionalità, annunciamo la volontà di proseguire con una mobilitazione costante, in ogni sede politica e istituzionale affinché l’ospedale di Villa d’Agri non venga marginalizzato ma potenziato, nel rispetto dei cittadini, del personale sanitario e del diritto alla salute di un’intera area interna della Basilicata. La mobilitazione dunque continuerà in ogni sede utile. L’ospedale di Villa d’Agri è un bene comune: non accetteremo che venga sacrificato in nome di logiche tecnocratiche, che ignorano i bisogni reali dei cittadini e del territorio”.

Da qui l’invito “ad aderire alla mobilitazione tutte le forze politiche e sociali, la società civile e il tessuto associativo del territorio. Non vuole questo essere un percorso chiuso, ma inclusivo e aperto a tutti coloro che vogliono tutelare l’integrità dell’ospedale della Val d’Agri. Chiediamo alle amministrazioni di tutti i comuni che hanno come riferimento l’ospedale di Marsicovetere di impegnarsi concretamente e con atti formali nel fermare questa decisione dannosa. Serve un protagonismo dei sindaci e delle amministrazioni per condurre questa battaglia che riguarda tutti”.

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