
Credo che l’attenzione debba essere incentrata non solo sul martedì, giornata di seduta chirurgica nella quale in sala operatoria trovano spazio lesioni dermatologiche oncologiche, del tessuto cutaneo e sottocutaneo e lesioni acute in pazienti cronicamente allettati, per intenderci piaghe da decubito destruenti in varie sedi anatomiche, ma sul resto della settimana che va dal lunedì al sabato, dove il chirurgo sino a ieri presente e in assoluta solitudine con il suo team infermieristico altamente specializzato trattava ferite difficili, ulcere flebo statiche, ulcere neoplastiche, lesioni ortopediche post operatorie, lesioni dermatologiche destruenti, piede diabetico infetto in pratica tutto ciò che non trova soluzione nei vari reparti medici e chirurgici nei p.s e che puntualmente viene rimandato a casa senza soluzione lasciando nel limbo della incertezza più totale i pazienti ed i medici curanti entrambi abbandonati senza riferimenti certi. Noi in questi anni abbiamo tentato di fare da collante tra l’ospedale ed il territorio, abbiamo fatto proposte plurime ai vari politicanti e ai loro giannizzeri che di volta in volta venivano posizionati alle direzioni generali e amministrative, tante promesse e giuramenti con la mano sul cuore e sulla Bibbia mai mantenute. Il risultato oggi è sotto gli occhi di tutti sanità al collasso e visione distorta della realtà ospedaliera fatta da chi nel chiuso di singole stanze ipertecnologiche e sapientemente arredate con comode poltrone e tavoli da riunione immaginano di conoscere i territori e le realtà ospedaliere e giudicare chi in queste realtà ospedaliere tenta di gestire la malattia, la sofferenza della gente. Continueremo ad andarci a curare altrove lasciando alla Basilicata il triste primato della regione in cui si emigra di più per salute . Voglio concludere questa mia disamina che potrebbe ancora continuare per molto con una nota di ottimismo. Chiedendo, se c’è ancora buona politica in giro di non fare sfilate e foto di circostanza ma adoprarsi per ascoltare il territorio e chi il territorio lo conosce abbandonando per una volta, interessi personali e indicazioni di partito e a chi gestisce istituzionalmente questo territorio di alzare la voce per far sentire la voce di sofferenza inascoltata.
Dott. Pasquale Vena