
Non so se il Presidente Bardi e l’assessore Cicala nel tempo libero giochino a tressette, ma nella seduta del Consiglio Regionale dedicata all’emergenza idrica si sono comportati come quel tale che viene sollecitato a giocare a bastone ed invece preferisce coppe.
Ancora una volta la crisi idrica senza precedenti, che attanaglia la Basilicata da alcuni anni, è stata principalmente attribuita ai mutamenti climatici in atto ed alla persistente siccità, occultando le responsabilità che attengono anche ad una gestione insufficiente e miope della risorsa e dell’infrastruttura idrica, aggravata dallo scippo perpetrato dal governo Meloni che, con la nascita di Acque del Sud s.p.a., ha di fatto espropriato la Basilicata della propria acqua.
Il grido di dolore lanciato dagli agricoltori in tutte le aree territoriali della nostra regione, a partire dal Metapontino e dal Lavellese-Alto Bradano, è rimasto inascoltato, continuando a vivere il paradosso di una regione storicamente ricca di acqua, che soddisfa anche il fabbisogno delle regioni limitrofe, spesso alle prese con rubinetti chiusi nelle abitazioni e con acqua insufficiente ad irrigare i nostri fiorenti campi.
Pertanto, ribadisco la mia vicinanza agli agricoltori, ringraziandoli per il grande lavoro che svolgono in un comparto strategico per l’economia lucana.
E’ l’ora, caro Presidente Bardi, di guardare in faccia la realtà per quella che effettivamente è, non per quella che si vorrebbe rappresentare all’esterno. Nelle 3 principali dighe fornitrici d’acqua per l’irrigazione idrica la situazione è drammatica: rispetto all’anno scorso si registrano 96 milioni di metri cubi in meno, così ripartiti: -62 Monte Cotugno, -25 Pertusillo, -9 Conza, che serve l’area Nord della Basilicata.
Si tenga conto che il 2024 è stato un anno orribile per la persistente siccità e che se il raffronto è effettuato con il 2023 il dato è ancora più drammatico. Ad esempio, solo per quanto riguarda la diga di Monte Cotugno a marzo 2023 c’erano 272 milioni di metri cubi, a marzo 2024 si è scesi a 199 ed a marzo 2025 a 137.
Di fronte a questa notevole riduzione d’acqua, preservando il potabile, occorre programmare i piani colturali per indicare con precisione agli agricoltori la disponibilità reale d’acqua.
E’ davvero singolare che in Basilicata i problemi di approvvigionamento idrico si siano acuiti in concomitanza con la costituzione della società “Acque del Sud” che, contravvenendo alla volontà popolare espressa dal Referendum del 2011, che ha sancito la gestione pubblica del servizio idrico, assegna il 30% delle sue quote ai privati e lascia solo un 5% delle quote alle regioni, Basilicata compresa.
Mi auguro che si proceda ad un costante monitoraggio sui livelli dei bacini e vengano celermente effettuati interventi di manutenzione e d’invasamento delle dighe lucane, a partire da quelle di Monte Cotugno e del Rendina, garantendo la massima disponibilità di acqua sia per l’agricoltura che per le strutture turistico-ricettive.
Contemporaneamente, occorre intervenire per l’indispensabile adeguamento della rete idrica regionale, con particolare riferimento alla dispersione d’acqua di cui, purtroppo, la Basilicata detiene il primato negativo a livello nazionale, con oltre il 60% di acqua che si perde prima di arrivare nei rubinetti e prevedere ristori a favore degli utenti del servizio idrico Basento-Camastra per i danni subiti a causa della quotidiana sospensione dell’erogazione dell’acqua da settembre 2024 a gennaio 2025. In particolare per i titolari di attività commerciali, ricettive ed artigianali, così come proposto da una mozione di cui sono primo firmatario.
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