
L’associazione ambientalista: “7 le azioni per una governance unitaria, integrata e solidale tra le regioni, a partire dal potenziamento del ruolo dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, per affrontare la frammentarietà istituzionale e le sfide imposte dalla crisi climatica”
I risultati dei monitoraggi dei laghi lucani saranno presentati il 24 luglio in una conferenza stampa a Potenza
La gestione delle risorse idriche nel Sud Italia, in particolare in Puglia, Basilicata e Molise, presenta un sistema fortemente interconnessoma segnato da forti fragilità strutturali: la mancanza di una governance integrata, la frammentazione istituzionale, la prevalenza di interventi emergenziali rispetto alla pianificazione preventiva e la scarsa consapevolezza pubblica sul valore dell’acqua. Per superare tali logiche frammentarie e rispondere alle sfide imposte dalla crisi climatica – dalla domanda crescente alla scarsità di risorse, fino alla tutela degli ecosistemi – è urgente una governance unitaria e integrata, a partire dal potenziamento del ruolo dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale.
Lo ha ribadito Legambiente in occasione della tappa odierna in Puglia di Goletta dei Laghi (la campagna nazionale che da vent’anni indaga il benessere ecologico dei bacini lacustri italiani), che ha proposto 7 priorità per una gestione integrata, ecosistemica e solidale dell’acqua tra le tre regioni: 1) Una governance integrata interregionale per superare la frammentazione decisionale con un piano di gestione congiunto tra le Regioni, aggiornando gli Accordi di Programma e garantendo deflussi ecologici minimi dei fiumi coinvolti. 2) Riduzione delle perdite di rete, portando la dispersione sotto il 25%, con interventi urgenti su reti e contatori intelligenti. 3) Riqualificazione fluviale ed ecosistemica, restituendo spazio ai fiumi, rinaturalizzando sponde e alvei, rimuovendo sbarramenti obsoleti, ripristinando la connettività ecologica monte-valle. 4) Transizione agroecologica e agricoltura 4.0, incentivando colture meno idroesigenti, l’agricoltura digitale, il recupero di sostanza organica nei suoli e riduzione degli input chimici, l’aumento della ritenzione idrica naturali e scegliendo un’irrigazione di precisione. 5) Riuso acque reflue e ricarica controllata delle falde per contrastare subsidenza e intrusione salina, riducendo il fabbisogno di nuovi invasi. 6) No a nuove dighe o dissalatori come soluzione strutturale, prediligendo risparmio, efficienza, recupero e rinaturazione come strategie primarie. 7) Educazione, partecipazione e contratti di fiume: coinvolgere cittadini e agricoltori in piani di risparmio idrico, recupero delle acque meteoriche e azioni di de-impermeabilizzazione urbana.
Durante la conferenza stampa a Torre Mileto (FG) Legambiente ha presentato i risultati delle analisi microbiologiche – che non si pongono come alternativa ai controlli ufficiali ma intendono affiancarli, segnalando criticità ancora presenti nei sistemi di depurazione – di 2 lagune pugliesi: il lago Varano e il lago di Lesina. Dei 3 punti analizzati, 1 è risultato nei limiti e 2 inquinati. Nello specifico, 2 i punti analizzati nel lago di Varano: l’ex Idroscalo militare “Ivo Monti” a Cagnano Varano (FG), risultato nei limiti di legge, e la foce del Varano (in uscita dalla laguna verso il mare) risultata inquinata. Il punto campionato nel lago di Lesina è risultatoquest’anno inquinato.
“In entrambi i laghi – commenta Andrea Minutolo, Responsabile scientifico Legambiente – sono state riscontrate delle criticità, mai emerse prima, di gestione di queste due lagune, una volta scrigno di biodiversità. Potrebbe essere importante andare ad indagare le possibili cause di questi risultati e capire se si tratta di un caso o se è il frutto di condizioni meteoclimatiche particolari o di qualche fonte, puntuale o diffusa, di inquinamento”.
Gestione idrica nel Sud.La Puglia è fortemente dipendente da fonti esterne: il 55% dell’acqua deriva da invasi interregionali, il 33% da sorgenti irpine e solo il 12% da pozzi locali. Le principali criticità sono legate a un utilizzo agricolo che assorbe oltre due terzi dell’acqua disponibile, perdite di rete che superano il 40%, sovrasfruttamento delle falde con intrusione salina e una limitata capacità di riuso delle acque reflue, dato che solo 7 depuratori su 182 forniscono acqua affinata. La Basilicata, con circa il 25% delle risorse idriche dell’intero Sud, costituisce un nodo strategico grazie ai tre schemi interregionali principali (Jonico-Sinni, Basento-Bradano e Ofanto) e trasferisce ogni anno circa 300 milioni di metri cubid’acqua verso la Puglia. Deve affrontare perdite di rete elevate (circa il 60%), inquinamento legato ad agricoltura intensiva e scarichi civili, intrusione salina nelle aree costiere e un monitoraggio dei corpi idrici ancora insufficiente. Il Molise, pur dotato di invasi rilevanti (come Occhito, Liscione, Chiauci), mostra segnali crescenti di stress idrico. La diga di Occhito, a causa della piovosità insufficiente dello scorso inverno, non garantisce più una fornitura stabile in estate, motivo per il quale Goletta dei Laghi non ha potuto realizzare i monitoraggi. Venendo alle perdite queste superano il 50%, con picchi del 66% a Campobasso. Pesano le infrastrutture obsolete, prelievi irregolari, ridotto innevamento e scarsa cooperazione tra enti gestori.
Le richieste di Legambiente alle Regioni Basilicata, Puglia e Molise: attuazione immediata di interventi di riduzione delle perdite idriche, aggiornamento dei Piani di Tutela delle Acque (in Basilicata fermo dal 2008), pianificazione unitaria interregionale con Autorità di Bacino, investimenti prioritari su agricoltura sostenibile, agroecologia e riuso reflui, stop a nuove grandi dighe senza analisi costi-benefici ambientali e climatici, avvio di programmi regionali per la riqualificazione fluviale e la rinaturazione.
Daniela Salzedo, presidente Legambiente Puglia, Antonio Lanorte, presidente Legambiente Basilicata e Andrea De Marco, presidente Legambiente Molise, dichiarano: “È urgente rafforzare una governance unitaria delle risorse idriche nel Mezzogiorno, a partire dal potenziamento del ruolo dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale. L’istituzione di Acque del Sud S.p.A., subentrata nel 2024 all’EIPLI nella gestione delle grandi infrastrutture idriche in Puglia, Basilicata e Campania, rappresenta un passaggio rilevante ma ancora incerto. La quota minoritaria attribuita alle Regioni rispetto ai soggetti privati solleva però dubbi sul loro ruolo nella tutela dell’acqua come bene comune. Essenziale che le Regioni definiscano accordi vincolanti con la nuova società per garantire una gestione sostenibile, resiliente ed equa, in grado di integrare sicurezza idrica, tutela ambientale e sviluppo economico”.
Il monitoraggio scientifico. I prelievi sui laghi pugliesi sono stati realizzati il 10 luglio 2025 da tecnici, volontarie e volontari di Legambiente. I campioni per le analisi microbiologiche sono stati prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, realizzate entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici – Enterococchi intestinali ed Escherichia coli – classificando come “inquinati” i campioni che superano i limiti di legge e come “fortemente inquinati” quelli che li superano di oltre il doppio, secondo quanto stabilito dalla normativa nazionale sulle acque di balneazione (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010). I risultati di Goletta dei Laghi non certificano la balneabilità dei punti di campionamento e i punti di prelievo vengono scelti in base al rischio potenziale di inquinamento, sulla base delle segnalazioni dei circoli di Legambiente e dei cittadini tramite il servizio SOS Goletta.
Legenda parametri utilizzati per monitoraggio. Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
–INQUINATO: Enterococchi Intestinali >200 UFC (Unità Formanti Colonia) /100ml e/o Escherichia Coli >500 UFC/100ml
–FORTEMENTE INQUINATO: Enterococchi Intestinali > 400 UFC/100ml e/o Escherichia Coli >1000 UFC/100ml
Alla conferenza stampa hanno preso parte: Antonio La Norte, Presidente Legambiente Basilicata, Andrea De Marco, Presidente Legambiente Molise, Daniela Salzedo, Presidente Legambiente Puglia, Leonardo Santucci, rappresentante CIA, Gianfranco Pazienza, Ricercatore, Andrea Minutolo, Responsabile Scientifico Legambiente.
Giunta alla ventesima edizione, Goletta dei Laghi è la campagna di Legambiente che monitora lo stato di salute dei bacini lacustri italiani, ne denuncia le criticità e promuove esempi virtuosi di gestione e sostenibilità. Goletta dei Laghi è realizzata con la partnership principale di CONOU, Novamont, la partnership tecnica di Biorepack e la media partnership de La Nuova Ecologia
Goletta dei Laghi 2025:
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