IL SINDACO A CATINO PER LA COMMEMORAZIONE DI PEPPINO IMPASTATO A 47 ANNI DALL’OMICIDIO NEL GIARDINO CHE PORTA IL SUO NOME

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Oggi, nel 47° anniversario dell’omicidio di Peppino Impastato, attivista e giornalista siciliano che dai microfoni di una radio locale denunciava senza paura l’oscenità del potere mafioso, il sindaco Vito Leccese si è recato a Catino nel giardino intitolato proprio a Impastato, per partecipare a una breve cerimonia in suo ricordo.

Alla commemorazione sono intervenuti anche la presidente del Municipio V Maristella Morisco, il presidente dell’associazione Corrado Berardi e alcune scolaresche del territorio.

“Ho voluto essere qui per rendere omaggio a una vittima di mafia, un martire dei nostri tempi, un uomo che ha pagato con la vita il suo impegno contro la mafia – ha detto Vito Leccese -. Ringrazio Maristella Morisco e i consiglieri del Municipio V presenti, insieme a Corrado Berardi e l’associazione Giovanni Falcone, sempre attenta a coltivare la memoria e a organizzare eventi che promuovano fattivamente  la cultura della legalità e dell’antimafia sociale.

Purtroppo in questa giornata (9 maggio) la coincidenza con la commemorazione dell’omicidio Aldo Moro ha sempre rischiato di oscurare il ricordo di Peppino Impastato, che nella sua giovane vita ha testimoniato con coraggio, fino alle estreme conseguenze, il rifiuto delle logiche mafiose e dell’omertà che protegge gli affari criminali delle mafie.

Oggi, dunque, siamo qui, di fronte a questa epigrafe, per rilanciare il nostro impegno condiviso per la legalità e per continuare a coltivare quel senso di comunità che deve spingerci, ciascuno nel proprio ruolo, a scegliere di stare dalla parte giusta, stigmatizzando qualsiasi comportamento contrario alla serena convivenza e denunciando i soprusi e le ingiustizie, perché solo praticando la legalità potremo costruire un futuro più giusto.

Spesso i più giovani si lasciano affascinare da modelli comportamentali sbagliati, attratti da facili guadagni o dal fascino dell’aura criminale ma è importante che sappiano che sono scelte che non portano da nessuna parte, non portano a niente di buono. Per questo vogliamo che proprio i bambini e i ragazzi della nostra città siano testimoni di un messaggio e una cultura che rifiutano l’illegalità e la mentalità mafiosa per promuovere un nuovo senso di comunità. Perché i “cento passi” che dividevano casa di Peppino Impastato da quella del capo mafia Tano Badalamenti sono una distanza molto breve, che sta a significare come la mafia sia spesso  più vicina di quanto si possa immaginare e ci ricorda quanto sia importante scegliere di stare dalla parte della legalità e del rispetto per il prossimo.

Ricordare Peppino Impastato in un quartiere periferico come Catino, che come tutte le periferie vive alcune criticità oggettive, testimonia la nostra volontà di stringere sempre più il legame tra cittadini e istituzioni, perché solo attraverso questa alleanza sarà possibile costruire insieme una città migliore.

Il prossimo 23 maggio, altra data simbolo dell’impegno contro le mafie, torneremo qui per inaugurare il giardino al termine degli interventi di riqualificazione”.

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