
Recuperati 3 quintali di reti fantasma e 100 pneumatici dai fondali di Polignano a Mare e Monopoli
Raccolti oltre 20 kg di rifiuti dalla spiaggia “Pane e Pomodoro” di Bari.
OGGI ALLE 18 IL POSIZIONAMENTO DI UN PESCE MAGIAPLASTICA SUL WATERFRONT DI SAN GIROLAMO
Un doppio intervento, in superficie e in profondità, per dare un respiro concreto agli ecosistemi marini, oggi sempre più minacciati dall’inquinamento. Con questo obiettivo, la Cooperativa multiservizi dell’energia CPL Concordia, nell’ambito del suo programma di sostenibilità “Earth Care – our Present for Future”, ha sostenuto un’importante iniziativa per la tutela di un tratto della costa pugliese. Il progetto, denominato “Fondali liberi” e realizzato nel mese di maggio, si è articolato in due interventi: la pulizia della spiaggia Pane e Pomodoro di Bari e il recupero di reti fantasma dai fondali di fronte alle coste di Polignano a Mare e di Monopoli. Un’iniziativa che si inserisce in “Mosaico Verde” la campagna nazionale per il recupero degli ecosistemi terrestri e acquatici promossa da AzzeroCO2 e Legambiente.
I risultati dell’intervento sono stati presentati oggi a Bari, nella Sala ex Tesoreria del Palazzo di Città, dove sono intervenuti: Vito Leccese, sindaco del Comune di Bari, Elda Perlino, assessora all’Ambiente del Comune di Bari, Vito Carrieri, sindaco del Comune di Polignano a Mare, Antonio Pacelli, assessore all’ambiente del Comune di Polignano a Mare, Samuele Penzo, vicepresidente di CPL Concordia, Raffaele Rammaro, responsabile Area Sud – Sede di Bari di CPL Concordia, Sandro Scollato, amministratore delegato di AzzeroCO2, Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia e Giuseppe Ricciardi, presidente Legambiente Maratea Sky&Sea.
L’iniziativa si è sviluppata in due fasi distinte e complementari, pensate per affrontare due diverse criticità ambientali che minacciano la costa pugliese: l’inquinamento visibile degli arenili e quello sommerso, più insidioso, dei fondali. La prima fase del progetto si è svolta il 5 maggio con un’operazione di pulizia della spiaggia cittadina Pane e Pomodoro, un luogo simbolo molto frequentato dalla comunità locale. Al termine della giornata, grazie ai volontari del circolo Legambiente Bari – L’ulivo e del Comitato regionale pugliese di Legambiente, sono stati rimossi tra arenile e fondale 1,6 kg di plastica, 5 kg di vetro, 300 mozziconi di sigarette e 14 kg di rifiuti indifferenziati.
A completamento dell’intervento e per lasciare un segno tangibile e duraturo dell’impegno per la tutela del litorale, CPL Concordia ha inoltre donato, oggi, alla città di Bari un pesce mangia-plastica, una struttura in ferro, pensata per sensibilizzare in modo creativo cittadini e turisti sull’importanza della raccolta differenziata. Nel pomeriggio, alle ore 18, alla presenza del sindaco Vito Leccese, l’opera verrà posizionata sul waterfront di San Girolamo, nei pressi della Scuola Surf Bari, unendo così la funzione pratica di raccolta a un messaggio di impegno per la tutela del mare.
“Ringrazio Legambiente, AzzeroCO2, CPL Concordia e tutte le realtà coinvolte in questo progetto di recupero dei materiali plastici dai fondali e dalle coste del nostro territorio ”- ha dichiarato Vito Leccese, sindaco di Bari -. Azioni come questa dimostrano quanto l’impegno condiviso possa incidere concretamente sulla tutela del nostro mare e della salute pubblica. Abbiamo tutti la responsabilità di prenderci cura dell’ambiente. Come diceva Baden Powell: “Noi non abbiamo ereditato il mondo dai nostri padri, ma lo abbiamo avuto in prestito dai nostri figli e a loro dobbiamo restituirlo migliore di come lo abbiamo trovato.
Continueremo a lavorare in questa direzione, cercando di fare sempre di più e meglio, collaborando con chi ogni giorno si impegna per il bene comune e per la tutela dell’ambiente, consapevoli del valore della sensibilizzazione e della necessità di un cambio culturale che ci veda lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Perché solo unendo le forze possiamo fare davvero la differenza”.
“Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti da questa iniziativa, che si colloca in continuità con il nostro impegno per la tutela dell’ambiente, uno dei pilastri della strategia di sostenibilità di CPL Concordia – ha commentato Samuele Penzo, vicepresidente della cooperativa CPL Concordia –. Il coinvolgimento della nostra sede operativa di Bari e del territorio pugliese esprime concretamente la volontà di generare valore condiviso nei luoghi in cui operiamo”.
La seconda fase dell’iniziativa si è concentrata sul recupero delle reti fantasma dai fondali di fronte alle coste di Polignano a Mare e Monopoli. Si tratta di attrezzature da pesca che vengono accidentalmente perse o abbandonate in mare. Depositandosi sui fondali, questi strumenti continuano a “pescare” in modo indiscriminato, intrappolando e uccidendo ogni anno migliaia di animali marini, tra cui pesci, tartarughe, cetacei e crostacei. A livello mondiale, si stima che ogni anno ne vengano disperse fino a 800.000 tonnellate, e nel solo Mediterraneo costituiscono quasi il 90% della plastica rinvenuta. Il loro lento deterioramento, inoltre, rilascia microplastiche e piombo, con conseguenze devastanti sulla biodiversità marina.
L’intervento, realizzato con la partecipazione attiva di Legambiente Puglia, dei circoli locali di Legambiente Monopoli e Polignano a Mare e con il supporto tecnico di Legambiente Maratea Sky&Sea, ha consentito di recuperare circa 3 quintali di reti da pesca e un centinaio di pneumatici che giacevano sul fondo del mare.
“Il comune di Polignano a Mare è da ormai due anni comune riciclone, con una percentuale di raccolta differenziata superiore al 70% – ha ricordato Vito Carrieri, sindaco di Polignano a Mare -.Ciononostante, l’obiettivo è quello di migliorarsi ulteriormente. La collaborazione con le associazioni ambientaliste, e in particolare Legambiente, in quest’ottica, risulta fondamentale. Questo il motivo per il quale con entusiasmo abbiamo voluto patrocinare, supportare e promuovere l’evento, in particolare con il recupero di parte delle reti da pesca abbandonate nel fondale, nei pressi dell’Isolotto dell’Eremita. Il mare è presente nel nome della cittadina che mi onoro di amministrare e resta la principale risorsa del nostro territorio”.
Per portare a termine l’operazione di recupero durata tre giorni, dall’8 al 10 maggio, è stata impiegata una tecnologia d’avanguardia: un ROV (Remotely Operated Vehicle). Questo drone sottomarino, manovrato da operatori specializzati a bordo di un’imbarcazione di supporto, è stato decisivo perché ha permesso di mappare con precisione i fondali. Dotato di videocamere ad alta definizione, potenti luci, bracci meccanici e sensori ambientali, il veicolo può operare in condizioni ambientali critiche o a profondità non raggiungibili in sicurezza dai subacquei, garantendo un’elevata precisione nella localizzazione e identificazione di oggetti sommersi, come reti fantasma, rifiuti o strutture abbandonate. Il ROV permette inoltre di acquisire dati fondamentali per il monitoraggio e la valutazione dello stato ecologico dei fondali.
“I volontari di Legambiente sono sempre in prima linea nella difesa dell’ambiente costiero – ha spiegato Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia -. La collaborazione tra il mondo del terzo settore, le imprese e le amministrazioni locali permette di tradurre le nostre azioni in un beneficio concreto per l’intera comunità, promuovendo al contemporaneo una cultura di responsabilità ambientale”.
“Il valore di questo intervento, reso possibile grazie al sostegno di CPL Concordia, va ben oltre l’importante azione di recupero – ha proseguito Sandro Scollato, amministratore delegato di AzzeroCO2 -. Progetti come questo, infatti, hanno l’enorme merito di accendere i riflettori su un’emergenza silenziosa che interessa i nostri mari e le nostre coste; un’aggressione continua e invisibile che, giorno dopo giorno, soffoca questi importanti habitat È un’azione che unisce la denuncia alla cura: ogni rifiuto che togliamo dal mare è infatti un respiro che restituiamo a un ecosistema vitale per tutti noi”.
Oltre all’attività di recupero, il progetto prevede anche un piano di monitoraggio a lungo termine. Tra sei mesi, il ROV tornerà ad immergersi e a scandagliare le stesse coordinate geografiche per una prima, fondamentale verifica degli effetti ambientali dell’attività di recupero e documentare l’evoluzione dello stato ecologico del fondale. Un ulteriore e ultimo controllo è previsto a distanza di due anni, con l’obiettivo di monitorare la resilienza dell’ecosistema marino e consolidare i dati sull’efficacia a lungo termine della bonifica.





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