Esposito (Cgil): “Il nostro allarme già lo scorso marzo.

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Chiediamo chiarezza sugli interventi fino ad ora portati avanti e una accelerazione dei lavori necessari sulle dighe e sulle condutture”

“Già a marzo come Cgil facemmo appello alle istituzioni affinché impegnassero in tempi celeri i fondi destinati alle reti e agli impianti idrici in Basilicata per non incorrere nel rischio di vedere un film già visto questa estate, con l’agricoltura in ginocchio e i cittadini privati della fornitura del servizio idrico. Purtroppo dalle ultime notizie deduciamo che così non è stato, visto l’allarme di Egrib e della stessa Regione Basilicata, oltre all’invito del prefetto di Potenza ai sindaci a intraprendere misure di restrizione per l’uso dell’acqua potabile”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito. “Al netto delle infrazioni da parte di cittadini e agricoltori che se verificate vanno giustamente perseguite- aggiunge Esposito – ancora a volta non si può scaricare la crisi idrica esclusivamente sulle comunità, come se le istituzioni non avessero responsabilità alcuna. Come ribadito più volte, la crisi climatica in atto richiede politiche energetiche sostenibili che includono anche una nuova e diversa gestione della risorsa acqua nel suo complesso, con interventi di lunga durata.

Ammontano a 600 milioni – ricorda Esposito – le risorse a disposizione tra Pniissi (Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza) e Pnrr destinati ai lavori di ammodernamento e di manutenzione di tutte le dighe lucane e la rete adduttrice. Cosa è stato fatto fino a oggi? Perché, nonostante l’innalzamento della portata massima consentito dal Servizio nazionale dighe alla diga Camastra, rischiamo nuovamente di rimanere con i rubinetti a secco nei mesi a venire? Quale è lo scenario che si prefigura dinanzi a noi? Saremmo costretti a ricorrere all’utilizzo delle acque del fiume Basento per uso potabile? A che punto sono gli interventi di Acque del Sud rispetto alle richieste dal Servizio nazionale dighe, quali scarico di superficie supplementare, sfangamento – che con le nuove tecnologie a disposizione può essere effettuato anche a diga piena- , lavori agli argini, pulizia del paramento di monte con l’ultimazione dell’impianto di illuminazione? Interventi che metterebbero in sicurezza il servizio idrico almeno per i prossimi 4,5 anni per il suo uso potabile. 

Acquedotto lucano, Acque del Sud, Consorzio di bonifica e Autorità di bacino portino a completamento con urgenza le attività previste nei progetti finanziati. Quanto alla questione irrigua per l’agricoltura, riteniamo siano urgenti attività di ripristino della messa in sicurezza di tutti gli invasi che servono l’agricoltura. Per questo – conclude Esposito – chiediamo al presidente della Regione Basilicata Vito Bardi di convocare il tavolo della crisi idrica coinvolgendo anche le parti sociali, in cui discutere inoltre delle compensazioni in termine di royalties con la Regione Puglia che, alla luce dei nuovi scenari, vanno assolutamente riviste”.

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