
Approvato, oggi, il DL Bollette con il quale il Governo Meloni interviene contro il rincaro del costo dell’energia, una problematica, che si è ripresentata negli ultimi mesi, non solo in Italia ma in tutta Europa.
3 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi per le famiglie e 1,4 miliardi per le imprese, per affrontare l’emergenza: bonus energia per le famiglie, con un contributo straordinario di 200 euro per il secondo trimestre 2025 per chi ha un Isee fino a 25mila euro e l’aumento di quello per i nuclei fino a 9.530 euro che potrà raggiungere i 500 €; ulteriori risorse per 600 milioni di euro per finanziare il Fondo per la transizione energetica nel settore industriale in favore delle imprese che investono nella tutela ambientale con l’obiettivo di ottenere una maggiore efficienza energetica nell’esercizio dell’attività d’impresa; altri 600 milioni per l’azzeramento di alcuni oneri di sistema sempre in favore delle piccole e medie imprese; controllo dei rincari, per reinvestire l’eventuale maggior gettito Iva in sostegni per famiglie e microimprese vulnerabili. Aumentano, infine, le tutele per i clienti più vulnerabili, con la proroga delle forniture garantite per chi non sceglie un fornitore nel mercato libero.
Nel mio intervento in Aula ho sottolineato che è ovvio che queste misure siano emergenziali ma ho anche sostenuto con forza che il Governo Meloni da mesi sta lavorando per cambiare il mercato energetico e rendere l’Italia energeticamente autosufficiente e più competitivia nel contesto europe e mondiale. Ed infatti, tra le altre cose viene introdotto, con il DL Bollette, l’istituto dei contratti a differenze a due vie, che garantiscono ai produttori di energia da fonti rinnovabili un prezzo fisso per l’energia venduta, indipendentemente dalle oscillazioni del mercato e, al contempo, tutelano i cittadini dalla fluttuazione dei prezzi.
È solo l’ultima misura per riformare il mercato energetico. Non dobbiamo dimenticare, tra gli altri, il meccanismo dell’Energy Release, introdotto con il decreto-legge n. 181 del 2023 e la garanzia di ultima istanza contenuta nel decreto n. 208 del 2024.
Questa è la dimostrazione che, tamponare le emergenze è un dovere, ma bisogna avere una prospettiva di medio e lungo termine, che il Governo Meloni ha. Non è un caso che il Governo ha iniziato, già da tempo, una politica energetica differente dal passato e anche a parlare di nucleare, mettendo nero su bianco le sue intenzioni in proposito, con il DL contenente la delega al Governo in materia di energia nucleare sostenibile, perché, se vogliamo essere competitivi e vogliamo che i nostri cittadini paghino le bollette quanto i nostri vicini, c’è bisogno di abbandonare l’oscurantismo anti-nucleare e ragionare sulle nuove tecnologie che esso ci offre.
L’Italia oggi paga un prezzo all’ingrosso dell’elettricità fra i più elevati d’Europa, pari a circa 109 euro/MWh nel 2024, quasi il doppio rispetto, ad esempio, alla Francia, che ne paga 58, con evidenti impatti “molto elevati” sulla competitività delle imprese e sul costo della vita dei cittadini. Perché? Perché nonostante noi abbiamo fatto progressi nell’approvvigionamento da fonti rinnovabili, queste rappresentano ancora solo il 40% del totale, con il gas naturale a fare la parte del leone; laddove in Francia il 95% di energia è prodotta da fonti a basse emissioni di carbonio, nucleare, in primis, e energia da fonti rinnovabili.
Le polemiche delle opposizioni contro questo provvedimento sono, quindi, del tutto pretestuose. Criticare questo provvedimento significa voler strumentalizzare le questioni solo per puro spirito di contraddizione. Significa ignorare le esigenze degli Italiani che, oggi, e non domani, hanno bisogno di supporto per pagare le bollette. Significa voler portare l’Italia al collasso energetico per mero spirito propagandistico.
Roma, 23 aprile 2025
Sen. Gianni Rosa