La luce della candela. Racconto di Vito Coviello scrittore, non vedente di Matera

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La luce della candela: Della candela ricordo ancora la sua luce, giallastra e tremolante, di quando in campagna, a casa dei miei nonni, dove ero io nato, non era ancora arrivata la corrente elettrica, e la sera, non essendoci luce, in casa si accendevano quelle candele di cera delle api delle arnie del nonno. Quelle candele fatte in casa, dalla mia nonnina Maria, che faceva una alla volta, dopo che vi aveva estratto dai favi, quel buon miele dorato, erano gialline come il polline. Quelle candele, facevano una luce tremolante e ballerina, che profumava di miele e di fiori, per i petali, che la mia nonnina aggiungeva alla cera sciolta nel pentolino che metteva a bagnomaria. Quella luce tremolante e ballerina, illuminava la notte buia, danzando allegramente e felice, di ascoltare, con me, le favole che mi raccontava la mia cara nonnina. Ora che sono vecchio e stanco, nei miei pensieri notturni, ora che negli occhi ho solo il buio, posso ancora sentire il suo profumo, immaginare la sua luce, e ricordare di quel tempo passato, che ora non è più ed io non vedo più. Vito Coviello

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