Opi Potenza sulla riforma sanitaria regionale e Infermieri di famiglia e comunità

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“Era il marzo 2023 quando veniva approvato, all’unanimità, dal Consiglio Regionale della Basilicata il Piano operativo per la riorganizzazione della Sanità territoriale, secondo i dettami del Pnrr e del Dm 77. Veniva definita una “riforma per una nuova rete di assistenza sanitaria territoriale, con la definizione di nuovi modelli e standard per gli interventi a favore di Reti di prossimità, strutture e telemedicina”. Ci veniva assicurato che con questo Piano sarebbero entrati in campo gli Infermieri di famiglia e comunità (IFec), figure strategiche per la sanità del territorio, nelle COT, nelle Case di comunità e negli Ospedali di Comunità. Ad oggi però sembrano ancora molto lontani, sia la progettazione di nuovi modelli organizzativi dell’assistenza territoriale, sia il finanziamento relativo al Piano triennale del fabbisogno di personale infermieristico 2024-26 dell’Asp che le modalità di reclutamento dello stesso”.

A sottolinearlo la Presidente Opi Potenza Serafina Robertucci.

“Ricordiamo -ha continuato- che le competenze specifiche dell’infermiere di famiglia e comunità sono definite in percorsi specifici post-laurea ma, in attesa di raggiungere i numeri attesi per coprire i servizi, molte Aziende Sanitarie a livello nazionale hanno avviato il reclutamento sulla base di competenze acquisite, dell’interesse e della motivazione per questa tipologia di lavoro a cui associare un percorso formativo Regionale teorico-pratico (v. proposta Agenas) che potrà vedere riconosciuti un certo numero di crediti formativi universitari (Cfu) per l’acquisizione del Master di I Livello. Se consideriamo, inoltre, che il rapporto infermiere/assistito continua ad essere nella nostra Regione, come in molte altre regioni italiane, molto al di sotto degli standard minimi europei comprendiamo- ha sottolineato Robertucci- quanto sia necessario implementare e investire sul capitale umano, sulle risorse infermieristiche per garantire qualità, appropriatezza e sicurezza delle prestazioni”.

Secondo Robertucci “è il momento di avviare il percorso lungo la strada tracciata dal Piano operativo regionale, di avviare il processo di cambiamento per l’attivazione e la collocazione della figura dell’IFec nelle diverse articolazioni organizzative dell’Azienda cui afferisce, di reclutare i 180 infermieri di famiglia e comunità così come previsti dal Dm 77/2022 (1 IFec ogni 3.000 abitanti), in coerenza con il nostro contesto geografico e demografico, affinché non resti tutto solo un progetto sulla carta. Quale sarà il percorso per il cambiamento? Proprio in una fase così delicata per il nostro Servizio Sanitario Nazionale è il momento di credere e investire in un modello di sanità d’iniziativa, basato sulla lettura precoce dei bisogni di salute della collettività e sul coinvolgimento di pazienti e familiari nel progetto di cura affinché possano utilizzare in maniera appropriata i servizi sanitari”.

Secondo la Presidente Opi sono 3 gli aspetti principali sui quali le Aziende sanitarie dovranno puntare per strutturare la nuova organizzazione con l’introduzione dell’infermiere specialista nell’assistenza di comunità: Definire le priorità sui bisogni emergenti per definire gli interventi prioritari; costruire una rete di relazioni con gli operatori già presenti sul territorio (Mmg, Pls…) che garantisca integrazione dei ruoli e interazione nei percorsi; investire nella formazione degli operatori verso competenze proprie dell’assistenza territoriale (prevenzione, medicina d’iniziativa, screening, follow-up, gestione delle relazioni).

“Serve adesso -ha concluso Robertucci- lungimiranza per offrire slancio ed occasioni di crescita al nostro territorio, agli utenti e agli operatori che vivono la realtà della sanità regionale lucana”.

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