“Lo stop Ue alle auto a benzina e diesel del 2035,per il quale l’Italia ha annunciato voto contrario creerebbe conseguenze per un settore strategico della nostra Nazione come quello dell’automotive”.

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Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Gianni Rosa. “Un esempio su tutti è rappresentato dal comprensorio di Melfi, nell’area industriale di San Nicola, unico nel suo genere nel panorama industriale italiano. Esso è composto da 19 aziende di produzione e da 9 aziende di logistica che tutte insieme asservono le linee di produzione dell’azienda madre Stellantis.
Dal 1993, nonostante le oscillazioni del mercato dell’automotive, si è garantita l’occupazione stabile di circa 15mila lavoratori, mentre oggi Stellantis conta 6298 dipendenti che sommati a quelli delle aziende dell’indotto sfiorano un totale di circa 10mila unità. Questo numero, il più basso della storia, è stato raggiunto nell’ultimo anno, – ricorda il senatore Rosa – soprattutto dopo l’accordo di riconversione dello stabilimento che prevede, per il prossimo futuro a partire dal 2024, l’avvio della produzione di quattro vetture totalmente elettriche e incentivi all’esodo per i dipendenti diretti di Stellantis che volontariamente decidono di lasciare l’azienda.
Consapevoli che la transizione ecologica è la più grande scommessa da vincere – prosegue Rosa – è necessario richiamare il gruppo Stellantis ad un senso di responsabilità che garantisca nuove opportunità di crescita per tutti, e in generale studiare la realizzazione di una agenzia nazionale che gestisca la continuità delle filiere produttive a garanzia dell’occupazione.
Inoltre, siamo certamente favorevoli all’elettrificazione dei veicoli leggeri ma non crediamo che debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unico percorso per raggiungere le emissioni zero. Come è chiarito nella dichiarazione inviata ai rappresentanti dei 27 in Ue in merito allo stop endotermico dal 2035, infatti, l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 100% nel 2035 non prevedendo alcun incentivo per l’uso di carburanti rinnovabili, è un regolamento non in linea con il principio di neutralità tecnologica, e quindi l’Italia non può sostenerlo”, conclude Rosa.

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