Consumo suolo: Cia-Agricoltori, in Basilicata persi 31.825 ha

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Cia-Agricoltori rilancia l’allarme sul consumo di suolo e la necessità di ridurne l’erosione per contribuire a preservare l’acqua per le colture, sempre più importante in questa nuova fase di carenza idrica,  così da ridurre il rischio idraulico. Secondo il rapporto Ispra 2023 (dati al 2022) in Basilicata il consumo del suolo è di 31.825 ha (22.560 ha in provincia di Potenza e 9.265 ha in quella di Matera) con una media di 406 metri quadri per abitante. I Comuni a maggiore consumo sono Ferrandina (22,79 ha), Lauria (6,96 ha) e Irsina (5,81 ha), mentre quelli in rapporto alla superficie territoriale comunale risultano Potenza (10,8%), Melfi (8,6%) e Policoro (8,5%).

Secondo Cia-Agricoltori l’Avviso pubblico per la selezione di progetti finalizzati alla rinaturalizzazione dei suoli degradati o in via di degrado da parte degli enti locali lucani, su  iniziativa dell’Assessore all’Ambiente e alla Transizione energetica Laura Mongiello, è solo un primo passo per il contrasto al consumo di suolo, che va rafforzato con altre misure ed azioni e non solo per far diventare i suoli degradati spazi verdi, fruibili e rigenerati ma “buoni” anche per le coltivazioni agricole.

 “Solo in Europa, abbiamo circa il 60% dei terreni degradati, con un costo per la collettività che supera i 50 miliardi di euro l’anno, e solo lo 0,4% di acqua dolce a disposizione dell’umanità, su quasi 1400 milioni di km cubi complessivi, quando nel 2030 la domanda supererà il 40% della disponibilità. Eppure da tutto ciò dipende quasi la totalità della produzione di cibo”: ha spiegato Cia-Agricoltori Italiani. “Nei primi 5 cm di suolo c’è il 90% della biodiversità del pianeta, organismi viventi che regolano i nutrienti indispensabili per le colture, senza contare il contributo importante alla riduzione delle emissioni di Co2 e quello contro il dissesto idrogeologico che si affianca al ruolo degli agricoltori custodi del territorio, argine allo spopolamento delle aree interne”: ha aggiunto Cia-Agricoltori Italiani. Per questo lo sviluppo di piante più resistenti agli eventi climatici estremi e alle fitopatie, come la diffusione dell’agritech per l’irrigazione di precisione vanno al primo posto.

E a questa tematica Cia-Agricoltori Italiani ha dedicato le sue attenzioni al Macfrut 2025: con all’interno dello stand confederale: hub per strategie e soluzioni con Crea, xFarm e Foragri, e anche con le istituzioni.

Nello spazio fieristico di Cia-Agricoltori Italiani c’era una vera stazione meteo xFarm per monitorare i campi e usare le previsioni per programmare il lavoro in modo più efficace, controllare la situazione sulle colture in tempo reale e utilizzare i dati raccolti dai sensori per ottenere consigli agronomici.

C’è stato anche un focus su robotica, applicativi 4.0 e intelligenza artificiale per difendere le colture, irrigare e risparmiare acqua, come sui sistemi gestionali all-in-one per il quaderno di campagna, soluzioni che richiedono una sinergia sempre più forte tra produttori di tecnologie, comparto agricolo e stakeholder istituzionali, affinché gli strumenti già disponibili per sperimentazione e applicazione siano sempre più, e velocemente, a disposizione nei campi e a beneficio di tutti.

Un tema, questo, che è tornato più volte al centro dei workshop con xFarm e degli incontri allo stand Cia anche quando a essere protagonista è stata la ricerca, con gli approfondimenti insieme al Crea.

“La competitività del comparto ortofrutticolo nazionale, sulla doppia direttrice cambiamenti climatici e concorrenza negli scambi commerciali, viaggia a un ritmo che solo l’innovazione nella ricerca scientifica e tecnologica può ricalibrare a vantaggio della produttività agricola, biodiversità e qualità Made in Italy comprese”: commenta Cia-Agricoltori Italiani.

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