Uil Scuola: Un docente lucano (e meridionale) dovrebbe guadagnare da un minimo di 300 sino a 500 euro in meno di un docente lombardo o veneto.

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Un docente lucano (e meridionale) dovrebbe guadagnare da un minimo di 300 sino a 500 euro in meno di un docente lombardo o veneto.  E’ l’idea che la Uil Scuola definisce “non solo strampalata ma fortemente lesiva della dignità del personale scolastico” che proviene dal Ministro all’Istruzione Valditara per il quale “chi vive e lavora in una regione d’Italia in cui più alto è il costo della vita potrebbe guadagnare di più”. “E’ un No deciso quello che viene dalla scuola – hanno sottolineato i segretari regionale e nazionale Uil Scuola Luigi Veltri e Giuseppe D’Aprile – il nostro sistema di istruzione è statale e nazionale. Sono i punti fondamentali per garantire un diritto universale della persona. Su questo tema si misurerà tutta la classe dirigente sindacale, e quella politica: dal ministro fino agli amministratori locali perché è un tema che interessa in modo trasversale tutto l’arco parlamentare. Gli stipendi dei docenti partono da 1050 euro e arrivano a 1700, non è una questione Nord-Sud o caro vita, è un problema di stipendi bassi, fanalino di coda dell’Europa”. “La scuola – ha aggiunto  D’Aprile– deve restare fuori da ogni progetto di regionalizzazione. Nessun problema tra Nord e Sud, non è proprio questo il punto. La questione centrale è legata al concetto stesso di scuola, di accesso e di opportunità, di programmi, di personale scolastico, ed anche di mobilità e di stipendi. La riduzione dei divari territoriali, il superamento della dispersione scolastica sono gli obiettivi da raggiungere assolutamente.Nei prossimi anni tra le sfide fondamentali ci sarà la gestione dei fondi del Pnrr, un banco di prova per evitare i rischi connessi alla povertà educativa. Pensiamo che la scuola rappresenti il luogo principale per la costituzione dell’uguaglianza sociale. Noi in Italia la uniamo la scuola non la dividiamo, il tutto per un paese più unito e coeso, giusto e ideale che passa inevitabilmente per la scuola, per questo lo stato deve mantenere un ruolo centrale per l’istruzione attraverso un modello che ci garantisce laicità gratuità pluralismo. Diversamente non faremo mancare la nostra opposizione, il mondo sindacale si opporrà. Il rinnovo contrattuale è avvenuto dopo quattro anni (all’epoca il Pil era in fase crescente), la scuola va tolta dal Patto di stabilità. Il personale del Sud storicamente è più incline a entrare nel mondo della scuola, i pochi insegnanti al Nord? C’è un reclutamento farraginoso – spiega D’Aprile – in Italia ci sono 300mila precari”. Per il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli “questo è solo uno degli esempi, forse il più negativo ma non il solo, della cosiddetta autonomia differenziata che così  come concepita dal Ministro Calderoli colpisce soprattutto il Sud con il ritorno di un’idea antica: le gabbie salariali. In pochi secondi, insomma, le lancette dell’orologio sono state portate a 50 anni fa, quando le differenziazioni salariali in base al luogo dove si viveva furono definitivamente abolite. Non solo. Le Regioni del Nord hanno da anni difficoltà a trovare professori, personale scolastico, presidi, ma anche medici e infermieri. Uno dei cardini dell’Autonomia differenziata chiesta da Veneto e Lombardia, è proprio la richiesta della gestione dell’istruzione con la possibilità di istituire dei ruoli regionali dei docenti con dei contratti territoriali in modo da poter offrire retribuzioni più elevate rispetto a quelle previste dai contratti nazionali. Ma si tratta di proposte che, finirebbero per impoverire tutte le altre Regioni svuotandole delle migliori professionalità. L’Italia della scuola non può viaggiare a due velocità anche perché oltre al personale ad essere penalizzati sono i nostri ragazzi per i quali è semplicemente inimmaginabile una scuola di serie B. Per questa ragione la Uil lucana di intesa con le altre strutture delle regioni del Sud condurrà una battaglia contro questo disegno di autonomia differenziata”.–

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