Terre di Aristeo e Amphora Academy lanciano i percorsi formativi per animatori della comunità turistica del borgo

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Terre di Aristeo e Amphora Academy lanciano i percorsi formativi per animatori della comunità turistica del borgo

In inglese si chiamano “village hosts” (ospitante del villaggio).  Più semplicemente sono gli “animatori” della comunità turistica del borgo. Un’ attività  sinora sconosciuta che Terre di Aristeo e Amphora Academy intendono promuovere attraverso percorsi formativi che per la prima volta in assoluto si terranno in Europa e sarà la Basilicata a sperimentarli. E’ soprattutto un lavoro di connessione quello che attende Terre Aristeo e Amphora Academy per formare persone con  abilità speciali: ospitare, comunicare con l’ospite-turista, facilitare il soggiorno, animare e coordinare tutte le attività che si svolgono nella comunità turistica. Fondamentale è  coltivare rapporti duraturi con la popolazione locale;  coinvolgere individui e organizzazioni di volontariato, sociali e di categoria; facilitare l’impegno comunitario e civico. Gli “animatori”  del paese condividono tutti una visione; possono vedere oltre il presente. Provano a migliorare la vita di piccoli centri e aree rurali con progetti di turismo trasformativo, sport d’avventura, piattaforme di condivisione. La formazione dell’animatore di comunità diventa una nuova frontiera del turismo di comunità dove tutto il paese partecipa all’accoglienza dell’ospite anche sopperendo alle note carenze infrastrutturali e ricettive. Il Distretto Terre di Aristeo attraverso il Progetto Pilota per il Ripopolamento e la Rigenerazione dei Borghi Lucani se ne occupa già dal 2018. «E’ indispensabile – spiega Lamiranda annunciando che l’attività di formazione partirà a breve -svolgere una fortissima e costante azione di animazione e formazione di animatori di comunità oltre che per sollecitare, stimolare e promuovere condizioni idonee per la esistenza di imprese locali. Spendere soldi pubblici per l’animazione e la formazione per tutti non è solo un doveroso e necessario “costo sociale”, ma un “contributo per l’investimento” migliore, duraturo e più redditizio che possa realizzarsi sul nostro territorio, perché la formazione è un formidabile strumento nevralgico per superare il crescente gap demografico. Il “Turismo di Comunità” è una delle soluzioni più immediate ed innovative da promuovere e sostenere con ogni mezzo».
Il recupero della dimensione «Comunitaria» propria della storia delle popolazioni locali e delle nostre tradizioni, diventa così condizione necessaria per un recupero, un consolidamento ed uno sviluppo possibile ed ecocompatibile delle Comunità Territoriali. Per l’ad Terre di Aristeo “un Turismo di Comunità, proposto ad un mercato internazionale e, primo fra tutti, quello costituito dalla “risorsa” strategica dei nostri corregionali all’estero, obbliga tutte le categorie sociali, produttive e di qualunque età ad organizzarsi, a riqualificarsi, a proporsi, ad identificarsi ed a riconoscersi soggetti in grado di realizzare un’accoglienza di qualità capace di produrre, effetti economici significativi sull’economia locale”. Nella “ricetta Terre di Aristeo” l’ingrediente principale è la “dimensione locale” da sostenere prevalentemente, per ed in ogni azione programmatica, con il “coinvolgimento e la responsabilizzazione” dei privati. “ . Gli animatori di comunità dovrebbero prevedere e riconoscere le potenziali conseguenze positive e negative delle loro azioni per  svolgere un ruolo cruciale nel modo in cui i diversi attori dell’ecosistema (stakeholders) potrebbero collaborare per raggiungere gli obiettivi comuni e individuali previsti. Il ruolo è quello di creare azioni nell’ecosistema esistente che molto spesso includono: avviare nuove attività, stimolare i vari soggetti al proattivismo, suggerire nuove idee e soluzioni, assumere posizioni di leadership o di gestione e altro ancora. La finalità è quella di rendere operativa una strategia complessiva delle singole comunità turistiche capace di facilitare il processo di aggregazione interno alla singola entità e nelle relazioni tra comunità e con la Regione e lo Stato. E contestualmente agli animatori le altre figure da formare sono i Destination Manager e i Coordinatori d’area. La figura da formare è principalmente il «custode» delle aree interne, una figura professionale considerata cruciale per attivare processi di rigenerazione, valorizzazione, favorire la crescita di attività già esistenti, la nascita di nuove e trasformare le risorse già presenti in leva di sviluppo sostenibile.

La rigenerazione dei territori e della realtà locali a cui aspira l’Animazione socioculturale delle Comunità rende le stesse protagonisti delle proprie vite e al tempo stesso permette di recuperare la loro specifica identità.

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