Tra le zone di Potenza una delle più soleggiate e pianeggianti è sicuramente Bucaletto, ma non credo sia dovuto a questa ragione il turismo elettorale a cui assistiamo periodicamente in quel rione cittadino. Peccato che le sfilate non si traducano in azioni decise per portare quella zona dall’emergenza del terremoto ’80 in cui sorse alla normalità.
Per Bucaletto serve un piano fatto di case – per tutti – e servizi, per dare dignità a ciascuno e ricucire un tessuto sociale. Non è possibile nascondere queste realtà sotto una sorta di “tappeto” che tiene la cittadella ai margini del capoluogo, né delegare ogni iniziativa a volontariato, parrocchia e Caritas che pure svolgono un’opera egregia.
E nemmeno è possibile usare come scusante la motivazione che in quelle case di legno vecchie quasi 45 anni “da tempo non vive più nessun terremotato”: disagi e bisogno non sono colpe, e il compito di ogni amministrazione è dare risposte non giudizi.
Credo che su Bucaletto Regione e Comune debbano mettere a lavoro un tavolo permanente coinvolgendo anche gli enti strumentali, i servizi e le aziende pubbliche. Altre realtà hanno saputo trasformare insediamenti d’emergenza in aree di eccellenza. E’ una sfida che dobbiamo vincere.
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