Ferrone (articolo uno): il Pd dica qualcosa di sinistra

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Carmine Ferrone (consigliere alla Provincia di Potenza) all’assemblea di Articolo Uno per la Costituente è partito dalle frasi storiche di Nanni Moretti –  “D’Alema, di’ qualcosa di sinistra» e ancora, “Con questi dirigenti non vinceremo mai!” La mia generazione – ha detto – viene da un’altra storia politica. Ma mi è sembrato  il modo migliore di cominciare il mio contributo alla Costituente che vogliamo costruire non solo per rifondare il Pd ma per dare voce a chi non ha più voce. Per Ferrone al primo posto:  ridare dignità alla parola Sinistra, per troppi una parola cancellata dal vocabolario. Come è stato cancellato il termine Socialismo quasi si trattasse del modello di Putin. Proprio come fece Moretti dobbiamo chiedere ad alta voce e a testa alta ai nuovi dirigenti del Pd di “dire qualcosa di Sinistra”. E fare come Moretti fece con i “girotondini” con i primi movimenti civici che hanno portato nella sinistra di allora una nuova linfa, un nuovo apporto di sensibilità, idee, valori politici. Fu quella una fase di rottura del vecchio modo di fare politica. Per carità, situazione diversa, sono trascorsi tanti anni; eravamo all’inizio del Terzo Millennio; alcuni partiti o certi modi di far politica reggevano ancora; ma già risultavano vincenti il populismo televisivo e quello identitario. Gran parte dei partiti della cosiddetta prima Repubblica era già scomparsa, il personale politico si era riciclato, ciò nonostante ancora si faceva, primariamente, l’analisi del voto; si discuteva, si elaboravano programmi e contenuti per chi andava a governare o per coloro i quali dovevano stare all’opposizione. Oggi – ha aggiunto – nel Pd e nella sinistra in genere, analisi e contenuti passano in secondo piano; contano maggiormente leader e candidati che, purtroppo, hanno portato alla sconfitta favorendo l’avvento del populismo del web al governo del Paese. Ma da quell’esperienza rinnovata, rielaborata, rilanciata è possibile ripartire nell’impresa che come Articolo Uno ci siamo dati. Un’impresa che in Basilicata ha significati molto più forti. In questa regione si è radicata una destra populista, forse la peggiore destra del Sud, che come dimostrano le vicende in Regione è in frantumi soprattutto perché fatta di persone che si sono ritrovate nella Lega, in Forza Italia, in Fratelli d’Italia con percorsi che di politico hanno poco. Messi insieme solo da interessi personali. Sono adesso ad un passo dall’implosione. Eppure dall’altra parte il centrosinistra non è in grado di dare la spallata decisiva. Vedremo domani martedì cosa accadrà con la mozione di sfiducia. Anche in questo caso pesa l’assenza della sinistra, di un modo di fare politica che mette al centro i bisogni dei più deboli, dei ceti sociali che subiscono di più le politiche della destra di Bardi e soci. Una sinistra che faccia opposizione vera e ricorra alla piazza e non limitandosi dentro il Palazzo. Non basta perciò ripetere prima di tutto a noi stessi e poi ai lucani che la ‘Costituente’ rappresenta un’opportunità storica per la sinistra del nostro Paese e della nostra regione. Dobbiamo andare oltre questa convinzione per farla diventare la molla di reazione di tutti quanti sentono l’utilità, oggi più che mai, del ritorno attivo della sinistra. Come ripete Roberto: non basta il Pd, non basta Articolo Uno o le altre sigle oggi esistenti. Il risultato delle elezioni parla chiaro. Abbiamo bisogno – ha affermato Ferrone – di aprirci, raccogliere nuove energie e coinvolgere tanti che in questo momento non si sentono rappresentati. La comunità di Articolo Uno ha deciso di stare dentro questa sfida. Se si apre l’opportunità di costruire una sinistra nuova credo sia giusto stare dentro questo percorso e dare battaglia con coraggio e determinazione perché si cambi davvero. Un congresso è davvero costituente solo se ha il coraggio di rimettere in discussione tutto, a partire dall’identità e dalla cultura politica per arrivare alla natura e alle regole del nuovo partito. Non dobbiamo mai dimenticare che oltre un italiano su tre non ha votato il 25 settembre. E questa volta l’astensione è stata significativa soprattutto tra nostri potenziali elettori. Lo sforzo maggiore da fare è quello di ridare identità alla sinistra partendo da quello che la sinistra ha sempre fatto e bene: garantire a tutti la tutela del diritto alla salute o all’istruzione, difendere l’idea di universalità, difendere la qualità e la dignità del lavoro. Non diamo per scontato che la gente conosca il significato e il valore di sinistra, specie tra le giovani generazioni. Noi ci batteremo per affermare le ragioni di una forza ecologista e socialista, radicata nel mondo del lavoro, che ricostruisca un campo progressista capace di rappresentare un’alternativa credibile alla destra. E allora – conclude Ferrone – cominciamo a farlo ricostruendo legami con le nostre comunità, gli agricoltori, gli operai, i disoccupati, i pensionati, i giovani e le donne che sono sempre stati – e lo saranno ancora – i protagonisti “in carne ed ossa” oltre che cervello – della sinistra, della nuova sinistra al passo con i tempi.

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