Saldi estivi: Federmoda-Confcommercio preoccupata per ripercussioni negative su esercenti

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Saldi estivi: Federmoda-Confcommercio preoccupata per ripercussioni negative su esercenti

La stagione dei saldi estivi rischia di avere ripercussioni negative sui titolari di negozi abbigliamento, calzature, articoli sportivi, accessori perché le condizioni meteo hanno fortemente condizionato gli acquisti da parte dei consumatori con le conseguenze che i magazzini di abbigliamento-calzature per la primavera sono pieni di invenduto e di frenare la vendita del campionario estivo, a causa di pioggia e basse temperature. 

Così Federmoda-Confcommercio Potenza in una nota a firma del referente Antonio Sorrentino che aggiunge: per questa ragione, più che fondata, come associazione abbiamo sollecitato un rinvio ulteriore rispetto alla data del 6 luglio prossimo decisa dalla Conferenza delle Regioni. Si tratta – continua – di tenere in considerazione il momento particolarmente delicato per i negozianti e che si aggiunge agli altri periodi di calo dei consumi, incremento delle spese aziendali (soprattutto per le bollette energetiche), lievitazione dell’inflazione, aumento del prezziario delle ditte fornitrici. Le condizioni meteo avverse degli ultimi mesi ci hanno messo in difficoltà mentre si costringono di fatto i negozi di abbigliamento e calzature a mettere “in saldo” l’intero magazzino estivo senza avere avuto alcuna possibilità di porre in vendita i capi di abbigliamento al prezzo normale e chi sa se riusciranno a farlo a conclusione della stagione dei saldi. È quindi paradossale cominciare ad effettuare svendite di fine stagione quando ancora la stagione estiva da noi si può considerare mai iniziata. L’unica novità di quest’anno è che la data dovrebbe essere la stessa per tutte le regioni, evitando le situazioni concorrenziali, tra territori limitrofi, molto frequenti negli scorsi anni. Ma – dice Sorrentino – saremo costretti ad accontentarci di incassi scontati con una grande perdita in termine di guadagni. Questo, in un periodo di profonda crisi per il settore fashion.

Occorre iniziare un percorso nuovo a tutela delle imprese del settore moda italiano come degli acquirenti e ciò è possibile solo con una presa di posizione netta a livello nazionale”.

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