
Se anche quest’anno è stata rispettata la tradizione delle uova fresche sulle tavole di Pasqua, rigorosamente made in Italy, per soddisfare quel 20% di domanda in più che si registra in occasione di quest’importante festività rispetto al normale consumo, è merito dei nostri allevatori di aziende avicole. In Basilicata, secondo i dati dell’ultimo censimento agricoltura, sono 1.200 (compresi allevamenti tacchini ed altri) per 106 mila capi. Ma – avverte Cia-Agricoltori Potenza-Matera – sono molto più numerose le aziende agricole che allevano galline sia per uso familiare che per la vendita diretta. «Il settore – evidenziano gli allevatori della Cia impegnati in programmi per la protezione degli allevamenti e la salvaguardia della salute pubblica – è caratterizzato da un rapporto equilibrato tra domanda e offerta e, quindi, non corriamo il rischio di rimanere senza uova». Nel nostro paese si producono 12,5 miliardi di uova, che vanno per il 40% alle industrie di trasformazione (in particolare nel mondo della pasta e dei prodotti da forno) e per il restante 60% finiscono in vendita fresche sul mercato al consumo. Negli ultimi due anni la domanda in entrambi questi canali è aumentata mentre la produzione è lievemente diminuita, benché il tasso di autoapprovvigionamento resti al 98%. La distribuzione territoriale degli allevamenti avicoli mette in luce, un maggior numero di capi e di aziende nella provincia di Potenza, contro il livello di intensità di allevamento superiore nella provincia di Matera in cui il numero di capi allevati per azienda è di 1.024 a fronte dei 762 del territorio potentino.
Sta purtroppo scomparendo la tradizionale figura del contadino nei mercati rionali che vende direttamente le uova della propria azienda e complessivamente diminuiscono le aziende che si occupano esclusivamente della commercializzazione delle uova.
Intanto, dopo le oscillazioni dello scorso anno, i prezzi delle uova sono tornati ai livelli del 2023; in Italia le uova costano meno che in passato: nel 2024 il prezzo è sceso del’1,8% rispetto all’anno precedente, rileva l’ultima edizione dell’Osservatorio Ismea-NielsenI sui consumi domestici. E così la fonte proteica più nobile e meno costosa, è diventa ancora più conveniente. Gli allevatori si lamentano della scarsa redditività. Oggi per la filiera del commercio che fornisce i supermercati per un kg (circa 22 uova) bastano 2,5 euro. Ossia meno di quanto si spende per due caffè al bar. Un aspetto importante in un contesto in cui gli italiani sono diventati più attenti alla spesa. A rilanciare le uova non è, però, solo il fattore convenienza. Conta anche la riscoperta nutrizionale di questi alimenti, oggi rivalutati per il loro equilibrato apporto di proteine, grassi e vitamine. Ma anche celebrati in molte ricette trendy, al punto da essere stati scelti come protagonisti dell’edizione 2025 della Giornata della Ristorazione 2025, promossa da Fipe-Confcommercio per il 17 maggio in ristoranti e locali di tutta Italia. E ci sono numerose ricette della cucina contadina che fanno delle uova un piatto unico. Versatili, buone, salutari e poco costose le uova sono, quindi, tornate in tavola.