PISTICCI RICHIEDE I SUOI VASI

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di Giuseppe Coniglio

Nel corso della cerimonia di inaugurazione del monumento al Pittore di Pisticci si è ampiamente discusso sulla necessità di riportare in sede almeno un vaso del celebre Pittore e di collocarlo in un vero museo unitamente a quello della civiltá contadina. Il momento sembra favorevole alla luce degli ultimi eventi. In seguito alla costante attività del corpo dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale sono stati recuperati circa 260 reperti provenienti da un traffico illecito negli Usa e restituiti all’Italia. Hanno un grande valore economico, storico e risalgono alla etá Villanoviana (IX/VIII sec a.C.), etrusca (VII/IV sec. a.C.), Magna Grecia (V/III sec. a.C.) , Impero Romano (I-II sec d.C.), trafugati tra cui anfore, statue, piatti, vasi, busti, monete e lastre di marmo  decorate. Il recupero dei preziosi reperti è stato reso possibile grazie alla proficua sinergia fra magistratura italiana, Carabinieri dell’Arte e Procura Distrettuale di Manhattan. Molti reperti si trovavano negli Usa in seguito a scavi illegali, e quindi messi in vendita dai trafficanti. Alcuni anni fa inoltre sono rientrati in Italia altri 200 manufatti molti dei quali custoditi al Brytish Museum. Nel 2011 poi la restituzione dalla Germania di due pregevoli nestorides attribuite ad Amikos considerato l’allievo principale del Pittore di Pisticci. Per alcuni sono la stessa persona. In totale sono rientrati in Italia circa mille reperti ed è molto probabile che almeno alcuni provengano dal territorio pisticcese. Il momento è particolarmente propizio per restituire alla sua terra qualche opera del Pittore che al momento è rappresentato solo da copie seppure di ottima fattura.

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