Vizziello (Lega- Basilicata) La vicenda umana e politica di Rocco Leone merita rispetto.

Condividi subito la notizia

Nel Consiglio regionale di ieri si è consumata una pagina triste di storia di questa legislatura. Dal duro e
impari scontro fra l’ex Assessore Leone e il Presidente Bardi nessuno esce vincitore, mentre traspare netto
il cinismo di una politica che non riesce più a mettere al centro i rapporti umani, ma diventa sempre più
fredda e calcolatrice, sempre più lontana dalle comunità.
Rocco Leone è apparso ieri umiliato e bastonato politicamente, perché, come egli stesso ha dichiarato,
liquidato dal Presidente con un “colpo di spugna” e abbandonato dal suo partito. Ma ne esce a testa alta sul
piano umano, perché la sua sofferenza, quella di un uomo alle soglie dei 70 anni e del professionista, amico
e collega di lungo corso, non può lasciarmi indifferente appunto da amico ma ancor di più da collega.
Molte volte sono stato critico nei suoi confronti e sono convinto che avrebbe potuto fare meglio, che ha
commesso molti errori, che avrebbe dovuto meglio selezionare i suoi compagni di viaggio, che avrebbe
dovuto smussare quel brutto carattere che spesso, come accaduto ieri, lo induce a reazioni scomposte,
mediaticamente a volte imbarazzanti, ma che, paradossalmente, meglio denotano la passione che mette
nelle cose che fa.
Mi riconosco nella sua delusione rispetto ai partiti, poiché ho vissuto con la stessa intensità la sensazione di
isolamento, nonostante il mio contributo elettorale che, come quello di Leone, è frutto di anni di
disponibilità professionale ed umana sui territori e non certo di fatue ondate elettorali.
I 4500 voti di Leone, come i miei, sono quasi totalmente una dote personale e ci inducono a rispettare
maggiormente i nostri sostenitori e i nostri territori quasi in un rapporto personale, apartitico. Ma anche ad
avere più dignità e spirito critico, anche in seno ad una maggioranza.
L’auspicio, quasi una utopia, è che i partiti tornino a rispettare i propri rappresentanti istituzionali, sapendo
che dietro ognuno di essi vi è una storia personale, professionale e un percorso politico che li ha portati a
rappresentare le comunità di provenienza. Mi piacerebbe fare a meno di commissari regionali di partito che
imperversano sui nostri territori prendendo decisioni chirurgiche sugli eletti dal popolo senza conoscere
tanto gli uni quanto gli altri, spesso lasciando macerie alle loro spalle; e qui concordo con Leone: il rapporto
con i territori è in capo a noi eletti e non a chi sta seduto comodamente a Roma a decidere sulle sorti di
territori e popolazioni di cui non conoscono la storia, le problematiche e le aspettative.
L’auspicio di ridare dignità a chi è stato eletto dal popolo sia un monito ai partiti, perché siano in grado di
fare mea culpa.

Hits: 1

Condividi subito la notizia