Per non dimenticare: l’ITAS di Marconia celebra la Giornata della Memoria

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Il ricordo celebrato non solo per la sua funzione commemorativa, come d’altronde prevede una legge dello Stato che riconosce il 27 Gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, ma anche e soprattutto per la sua importanza storica ed educativa. «Ricordare per interrogarsi, per risalire alle radici di tanto orrore e di tanta ingiustificata disumanità». Queste le parole con cui la professoressa Martino dà il via alla manifestazione che ha visto coinvolti, presso Istituto Tecnico Agrario di Marconia, i ragazzi del triennio.
Una giornata all’insegna della riflessione, durante la quale i giovani studenti si sono alternati nella lettura di alcune poesie sul dramma dell’olocausto. E ancora il suono essenziale e profondo del violino del professor Fauzzi, che intona la famosissima e pur sempre toccante colonna sonora di Schindler’s list.
Centrale il tema dell’importante ruolo ricoperto dalla scuola, che assieme alla responsabilità pedagogica e formativa, carica su di sé il compito di farsi binario, per le nuove generazioni, verso una presa di coscienza e un percorso migliorativo che deve riguardare, personalmente, ogni singolo alunno.
Numerosi gli interventi che hanno visto aprirsi un ampio dibattito, al fine di analizzare le ragioni della più grande ferita che la storia, appena ottant’anni fa, ci ha consegnato. Dalla genesi del razzismo e della teoria della superiorità della razza ariana, all’apoteosi della “soluzione finale”, seguendo le tracce a cui ha condotto il folle algoritmo pianificato dal regime nazifascista: la creazione di una vera e propria macchina della morte, che ha maciullato, assieme a sei milioni di ebrei, altrettante persone tra oppositori politici, omosessuali, testimoni di Geova e zingari.
Un dialogo aperto che serve ad analizzare la complessità di un fenomeno tanto vasto quanto terribile. Necessario, se non indispensabile, ad attenzionare, allo sguardo delle giovani generazioni, un tema che tutt’ora non smette di mietere vittime: l’esasperante indifferenza generatrice di ogni male. Ecco che, in questo caso, la scuola si fa portatrice di tale complessità, assumendo sulle proprie spalle il consapevole dovere di scioglierla.
Un dovere a cui non è possibile sottrarsi nonostante i difficili momenti, dovuti alla pandemia, che l’istituzione scolastica sta vivendo. «Momenti come questo sono di enorme importanza per noi – aggiunge la professoressa Martino – per questo porteremo avanti una serie di manifestazioni che ci vedranno coinvolti, anche nei prossimi due giorni, nel sostegno alla fondazione AIRC, con la vendita, presso il nostro cortile, delle “arance della salute”». Dimostrazione di come la scuola non si possa ridurre a sola dispensatrice di sapere, ma debba volgere lo sguardo a una partecipazione attiva che veda coinvolti gli studenti, l’unica promessa di futuro su cui non si può rinunciare ad investire, anche e soprattutto attraverso momenti come questi.

Simona Pellegrini

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