A Praga la mostra “Una vita da scienziata – i volti del progetto #100esperte”, unica scienziata lucana la prof. Dell’Osso

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A Praga la mostra “Una vita da scienziata – i volti del progetto #100esperte”, unica scienziata lucana la prof. Dell’Osso

La mostra “Una vita da scienziata – i volti del progetto #100esperte”, realizzata dalla Fondazione Bracco, è approdata a Praga con una celebrazione speciale in occasione della “Festa della donna” su iniziativa dell´Ambasciata d´Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga per rendere omaggio alla scienza al femminile nella speranza di poter contribuire al superamento di pregiudizi e stereotipi sulla pratica scientifica e sul mondo della ricerca.

Ospite d’eccezione, il ministro della Scienza e dell’Innovazione della Repubblica Ceca Helena Langsadlova, che ha espresso la propria ammirazione verso l’Italia, considerata un modello di integrazione da prendere ad esempio. L’ambasciatore Mauro Marsili ha riferito che in Repubblica Ceca sono al momento attivi quasi cento scienziati e ricercatori italiani, uomini e donne, alcuni dei quali ai vertici dei dipartimenti di ricerca di loro competenza.

La mostra propone un itinerario di ritratti di grandi scienziate italiane a cura del fotografo francese Gerald Bruneau (presente a Praga) nei loro ambienti di lavoro. Tra i 35 pannelli c’è la foto della professoressa Liliana Dell’Osso, unica lucana presente, “Lucani Insigni 2020”, che è nata a Bernalda ed ha studiato a Matera, direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria dell’Università di Pisa e presidente del Collegio dei professori ordinari Italiani di Psichiatria. La sua foto dietro una grande maschera bianca è simbolo di tanti significati.

Il Progetto partito con una piattaforma online con cento profili di esperte italiane (che si è poi arricchita con l’inclusione di nomi di economiste ed esperte di finanza), è proseguito con un libro e ora continua con la mostra itinerante in Italia e all’estero. Obiettivo: contribuire all’abbattimento degli stereotipi che ancora segnano il mondo della divulgazione scientifica, rappresentato nell’immaginario comune come prettamente maschile, e del pregiudizio diffuso secondo cui le donne sarebbero poco portare agli studi e alle professioni tecnico-scientifiche.

La Dell’Osso fa parte del gruppo “Top Italian Women Scientists”. Il gruppo, promosso dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), riunisce  eccellenze al femminile, scienziate italiane impegnate nella ricerca biomedica, nelle scienze cliniche e nelle neuroscienze. «C’è un’evidentissima influenza di una certa visione androcentrica della nostra società. In questa visione – dice la prof. Dell’Osso autrice di libri di successo come “Il caso Coco Chanel”, “L’altra Marilyn”, “Elena e le altre”, “Mostri, seduttori e geni”, “Il Corpo geniale”e di oltre 600 pubblicazioni scientifiche – il satellite “donna” ruota attorno al pianeta “uomo”. “E’ difficile – afferma la Dell’Osso – tirare le fila di una vita, di un percorso, umano e professionale. Se guardo indietro, la prima immagine che mi viene in mente di me stessa è quella di una bambina che, con le labbra serrate e l’espressione troppo seria, tornata a casa da scuola orgogliosa di un bel voto, riusciva a fatica durante il pranzo a strappare la parola ai fratelli maggiori – che non la cedevano facilmente a favore di uno dei più piccoli, donna per giunta. Già allora sapevo che, per essere presa sul serio, avrei dovuto impegnarmi a fondo, senza risparmiarmi.. In una società dominata dalla ginefobia (discriminazione del genere femminile che comporta violazione dei diritti umani in ambito pubblico e privato, maltrattamenti, violenza fisica e psicologica, disinteresse delle istituzioni, esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia), fenomeni di violenza di genere, quali lo stalking, lo stupro, il femminicidio, emergono come fenomeno strutturale. Nella mia carriera ho spesso affrontato un ambiente ostile, che già lo sarebbe stato a prescindere, ma anche perché ero una donna che doveva farsi strada in un mondo di uomini. Alcune esperienze mi hanno fatta riflettere e hanno modificato drasticamente il mio modo di vedere il mondo. Viviamo in una società patriarcale, in cui il potere femminile viene rifiutato anche solo nella possibilità, tanto che alle donne è concesso di occupare ruoli importanti solo se si “vestono” di una corazza mascolina”. Di qui la scelta della foto dietro una grande maschera bianca.

Le 36 fotografie esposte ritraggono l’ingegno al femminile nelle persone di Maria Pia Abbracchio, Patrizia Azzi, Giovannella Baggio, Lucia Banci, Ariela Benigni, Paola Bonfante, Barbara Caputo, Maria Caramelli, Patrizia Caraveo, Chiara Casarotti, Tiziana Catarci, Alessandra Celletti, Maria Cristina De Sanctis, Elisabetta Dejana, Liliana Dell’Osso, Maria Benedetta Donati, Elisabetta Erba, Maria Cristina Facchini, Paola Fermo, Elena Ferrari, Simonetta Gentile, Paola Inverardi, Caterina La Porta, Daniela Mari, Mirella Mastretti, Cristina Messa, Paola Mosconi, Elena Pacella, Valeria Poli, Silvia Giuliana Priori, Manuela Teresa Raimondi, Maria Grazia Speranza, Ines Testoni, Luisa Torsi, Paola Velardi.

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