
L’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo di Potenza ha adottato un’innovativa opzione terapeutica per i pazienti affetti da Malattia di Parkinson in fase avanzata: il trattamento Duodopa mediante infusione continua sottocute, una procedura all’avanguardia che migliora significativamente la qualità di vita dei pazienti riducendo le fluttuazioni motorie. A darne notizia è il direttore generale dell’Aor San Carlo, Giuseppe Spera, per il quale “l’introduzione di questa nuova terapia sottolinea il costante impegno dell’Azienda nel garantire ai cittadini l’accesso alle cure più avanzate e innovative. Siamo fieri di poter offrire un trattamento che può aiutare concretamente i pazienti affetti da Parkinson, in linea con i più elevati standard assistenziali nazionali e internazionali”.
La Malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa cronica che in Italia colpisce circa 300.000 individui, con una stima di 6.000 nuovi casi all’anno nei prossimi quindici anni. Di questi, una percentuale tra il 10% e il 15% ha un’età inferiore ai 50 anni. La gestione di questa condizione richiede un approccio terapeutico personalizzato e costante, come prassi consolidata nell’Ambulatorio per i Disturbi del Movimento dell’UOC di Neurologia dell’ospedale San Carlo di Potenza, diretta dal dottor Nicola Paciello.
Ogni anno sono valutati oltre 500 pazienti, molti dei quali presentano uno stadio avanzato della malattia che necessita di trattamenti complessi e di un team multidisciplinare altamente specializzato. Dal 2018, l’Ambulatorio – la cui referente è la dottoressa Antonietta Romaniello – è l’unico Centro Regionale per il trattamento con Duodopa Gel Intestinale, finora somministrato mediante posizionamento di PEG digiunale attraverso una procedura che richiede il ricovero e la collaborazione tra le unità operative di Neurologia, Endoscopia Digestiva e Chirurgia Generale.
La recente introduzione del trattamento con infusione sottocutanea continua rappresenta un’evoluzione significativa. Si tratta di un approccio non invasivo e non doloroso che non richiede ricovero ospedaliero. Ad oggi, otto pazienti sono stati sottoposti a questa procedura e sono monitorati da remoto tramite televisita, garantendo un controllo continuo senza la necessità di spostamenti verso la struttura sanitaria.
Il dottor Paciello spiega che “questa nuova modalità di somministrazione rappresenta un passo avanti cruciale nella gestione della Malattia di Parkinson. La possibilità di offrire un trattamento non invasivo e personalizzato, unita al monitoraggio remoto, consente un significativo miglioramento nella gestione dei sintomi e una maggio
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