
3 Ordinanze ancora in vigore per inquinamento falde SIN Val Basento
Regione Basilicata inadempiente da oltre 12 anni
Oltre 6,6 milioni di euro di finanziamenti persi
Rischi gravi per salute pubblica e ambiente
La REGIONE BASILICATA da 12 anni non completa (“INIZIA”) la bonifica nonostante i fondi disponibili € 23.473.521,03 per la sola Valbasento (€ 46.768.703,01 totale) a seguito dell’APQ (Accordo Programma Quadro per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e di bonifica delle acque di falda e dei suoli nei Siti di Interesse Nazionale “Tito” e Val Basento) sottoscritto dal Ministero Ambiente, Ministero Sviluppo Economico e Regione Basilicata in data 19 Giugno 2013. Tale Accordo di Programma è stato riaggiornato in data 4 Giugno 2020, in quanto la Regione Basilicata, quale soggetto attuatore, non ha assunto le Obbligazioni Giuridicamente Vincolanti alla data del 30.12.2016, perdendo una quota sostanziale del finanziamento. Per il SIN Valbasento si è passati da € 23.473.521,01 ad € 16.799.772,00, limitando l’intervento a soli 3 progetti (invece di 6 progetti approvati) e con una perdita di finanziamento di circa € 6.600.000,00.
In qualità di ex Dirigente del Settore Ambiente del Comune di Pisticci (1981-2017), desidero richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, delle istituzioni e degli organi di stampa e di tutti i competenti organi, su una grave situazione ambientale ancora irrisolta: la persistenza del divieto di utilizzo agronomico e idropotabile delle aree agricole e delle acque sotterranee ricadenti nel SIN Val Basento.
Le Ordinanze Sindacali n. 178/2006, n. 156/2011 e n. 194/2013, ancora pienamente vigenti, vietano ogni attività agronomica, l’uso irriguo e zootecnico delle acque sotterranee e il pascolo in vaste zone del territorio sino alla bonifica definitiva o all’acquisizione o all’acquisizione del parere da parte degli organi preposti (Istituto Superiore Sanità, AASSLL,APAT/ARPAB) sul grado di tossicità delle sostanze inquinanti riscontrate
Tali divieti si basano su dati scientifici allarmanti rivenienti dalla Relazione di Sintesi allegata alla DGR n. 1103/2006, in particolare, per le Acque sotterranee: 156 piezometri su 160 mostrano superamenti per ferro e manganese, e 24 presentano contaminanti cancerogeni nei pressi dell’ex Liquichimica e dell’ex Anic.
Tecnicamente il rischio di trasporto dei contaminanti dalla falda inquinata al fiume Basento è concreto, dato il collegamento idrogeologico naturale. Qualsiasi utilizzo dell’acqua fluviale a scopi irrigui, in assenza di bonifica certificata, espone a gravi responsabilità in termini di danni sanitari e ambientali, ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e delle Direttive UE 2004/35/CE e 2000/60/CE.
Nonostante la disponibilità di fondi fin dal 2013, la Regione Basilicata non ha completato alcuna bonifica. Tale inadempienza configura una grave omissione, che impedisce la riqualificazione produttiva della valle e mantiene le comunità locali in stato di rischio.
Inoltre, l’Organo di Coordinamento Istituzionale (CRISIN), istituito con DGR n. 992/2013, non risulta più operativo da anni, (Ultima riunione in data 3/04/2014 la cui presidenza era assegnata all’Ass. Berlinguer)) contrariamente a quanto previsto dallo stesso APQ e dalla stessa DGR. È urgente che questo organismo venga riattivato e reso trasparente nel suo operato tra l’altro costituito dal Comitato di Indirizzo (costituito dall’Assessore al Dipartimento Ambiente, il Presidente della Provincia di Potenza, il Presidente della Provincia di Matera, i Sindaci dei Comuni di Ferrandina, Grottole, Miglionico, Salandra, Pisticci, Pomarico, Tito, Presidente del Consorzio Sviluppo Industriale della Provincia di Matera e di Potenza).
La mancata esecuzione delle bonifiche in presenza di fondi può costituire, oltre a responsabilità contabili e amministrative, anche ipotesi di danno erariale aggravato e lesione del diritto alla salute su cui è auspicabile l’intervento della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica, ai sensi dell’art. 110 c.p. e art. 257 c.1 del D.Lgs. 152/2006.
Pertanto:
- Si ribadisce l’attualità e l’irrevocabilità delle Ordinanze Sindacali;
- Si invita il Sindaco del Comune di Pisticci, di concerto con tutti i rappresentanti del Comitato di Indirizzo di cui alla DGR n. 992/2013 a richiedere la convocazione urgente del CRISIN;
- Si sollecita l’accertamento di responsabilità amministrative e penali per la mancata bonifica nonostante i fondi statali disponibili.
Le comunità locali, soprattutto quelle ruotanti intorno al SIN, attendono da oltre 22 anni la bonifica del Sito di Interesse Nazionale inquinato. Il tempo delle attese è finito.
Ing. Antonio Grieco
Già Dirigente del Settore Ambiente – Comune di Pisticci (1981–2017)
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