Baldantoni (Palazzo Italia): per agroalimentare “filiera” è parola d’ordine 2024

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Per l’alimentare made in Italy, che ha raggiunto il record assoluto dell’esportazione nel  2023 di 64 miliardi di euro, la parola d’ordine del 2024 è “filiera”, un termine centrale che non è più solo un concetto ma un modello, un elemento distintivo che consentirà di competere a livello nazionale e globale. Così Giovanni Baldantoni, presidente Palazzo Italia (Bucarest) che si occupa di promozione e commercializzazione nei Paesi Balcanici in cui opera (oltre Romania, in Bulgaria, Moldavia, Ungheria e nel nord della Germania) e della diffusione della cultura della cucina italiana ed euromediterranea, con le caratteristiche della dieta mediterranea.

Ci sono tutte le condizioni – aggiunge – perché  il nostro export alimentare cresca anche nel nuovo anno, perché tutti i Paesi Balcanici (e non solo)  vogliono mangiare (e vivere) secondo il modello italiano, ma dobbiamo essere sempre più competitivi nella logistica e nei costi di produzione, due fattori essenziali per la competizione in Europa. Questo è tanto più essenziale per contrastare con più efficacia il ricorso all’Italian Sounding, a tutti quei prodotti che vantano ingannevolmente un portato di italianità che però non hanno.

In Europa l’eccellenza delle nostre produzioni agroalimentari è riconosciuta sempre di più, tanto che se l’export cresce globalmente al 7%, verso i Paesi europei è cresciuto nel 2023 di oltre il doppio, a cominciare dalla Germania, nostra prima meta di esportazione, ma anche verso Francia e Spagna, un tempo considerati Paesi tradizionalmente concorrenti. Di qui l’attuazione nel 2024 della “Carta di Palazzo Italia” che abbiamo lanciato in occasione della Settimana della Cucina Italiana nel mondo. La nostra “Carta” vuole essere un punto di riferimento, innanzitutto per i professionisti della cucina e un ulteriore stimolo ad accrescere le iniziative dal basso. Al centro gli obiettivi di valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche delle Regioni e dei territori italiani, anche a fini turistici; valorizzazione della Dieta Mediterranea quale modello di stile di vita equilibrato; Scegliere la cucina più sana (euro-mediterranea) sostenendo la candidatura di quella italiana a Patrimonio Unesco; tutela e valorizzazione dei prodotti a denominazione protetta e controllata, unitamente ad azioni di contrasto al fenomeno dell’Italian sounding; azioni di promozione dei vini italiani per migliorarne il posizionamento sui mercati internazionali; attività di presentazione e internazionalizzazione dell’offerta formativa italiana del settore.”. Dietro un piatto e un prodotto c’è un territorio e un metodo di produzione” stile di vita che il nostro cibo sottende, sulla cultura della condivisione che ci rappresenta, “per un’Italia vista non solo come Paese del bello, ma anche come Paese del bello condiviso”

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