“Acqua per tutti o parole per pochi? Ora servono dati e responsabilità politica”

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Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani

Ringraziamo il Presidente del Consiglio Regionale, Marcello Pittella, per la convocazione del Consiglio Straordinario del 21 luglio sulla crisi idrica. Un atto dovuto, che segna finalmente l’assunzione di una responsabilità politica verso un territorio messo in ginocchio dalla sete e dall’abbandono. Ma ora non bastano più parole o audizioni: servono verità, atti e dati certi.

Da settimane denunciamo una situazione insostenibile, sotto gli occhi di tutti. Lo confermano le immagini, i campi secchi, le imprese agricole al collasso, i pozzi a secco. Lo hanno confermato i sindaci nei consigli comunali, le province nei consigli aperti, le comunità inascoltate. Eppure, c’è chi afferma pubblicamente – come l’Assessore Cicala – che “gli agricoltori lucani stanno avendo l’acqua” e che “la Regione sta facendo tutto il possibile”.

Ma allora ci domandiamo: se l’acqua c’è, perché la Basilicata discute in aula della sua assenza? Se la crisi non esiste, perché i territori ne parlano ovunque come di un’emergenza? Chi sta fingendo? Chi ha paura di raccontare i fatti per quello che sono?

Non si può affermare, come fa l’Assessore, che si tratta di una crisi “meteorologica” e intanto ammettere che a giugno l’acqua è mancata. E oggi, a luglio, dovremmo credere che tutto sia risolto? Magari a dicembre, se dovesse tornare a piovere, si dirà che non c’è mai stato nulla?

Noi non ci stiamo.

Vogliamo trasparenza. E pretendiamo numeri, non percentuali.

Vogliamo sapere:

  • quanta acqua è già stata ceduta alla Puglia;
  • quanta ancora ne verrà inviata;
  • quale impatto reale ha avuto e avrà questo trasferimento sul fabbisogno lucano.

Senza questi dati, restano solo dichiarazioni generiche e autoreferenziali.

Il Consiglio Regionale non può diventare un palcoscenico di rassicurazioni. È il luogo dove si assumono decisioni, si risponde delle proprie scelte, si rendono pubblici numeri, responsabilità, cause e ritardi. Ad esempio, perché i lavori al bacino di San Giuliano non sono stati completati? Chi è il responsabile di quella mancata azione?

Chi siede in Consiglio, di maggioranza o opposizione, ha oggi il dovere morale di pretendere risposte. Non si può fingere che tutto vada bene. La crisi o c’è, o non c’è. L’acqua o arriva, o non arriva. Non si può più giocare con la realtà: chi mente alle istituzioni, mente ai cittadini.

E se qualcuno, a qualunque livello, sa di non poter più sostenere con coerenza e onestà il proprio ruolo, abbia il coraggio di dimettersi. Non lo chiediamo per vendetta. Lo chiediamo per dignità. Perché chi non può più guardare in faccia i cittadini, non dovrebbe poterli rappresentare.

Noi siamo giovani, siamo lucani, e siamo stanchi di false promesse. Abbiamo studiato, siamo tornati, abbiamo investito in una terra difficile ma nostra. Non ce ne andremo senza aver chiesto verità, rispetto, futuro.

Siamo nati tra le crepe della siccità, ma anche lì – tra la terra dura – abbiamo piantato semi. E ora, da quei semi, sta nascendo una coscienza collettiva che non accetta più compromessi.

Non vogliamo illusioni. Vogliamo un raccolto vero. E questa volta, lo pretenderemo.

Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani

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