
Non possono essere gli algoritmi a stabilire il rischio di incidenti sul lavoro e tanto meno a determinare le risorse da stanziare da parte dell’Inail alle singole regioni per la sempre più necessaria attività di prevenzione. Così Vincenzo Tortorelli, segretario regionale della Uil che aggiunge: leggiamo da uno studio pubblicato oggi da Il Sole 24 Ore, realizzato dall’Ufficio valutazione impatto del Senato che fornisce delle indicazioni di policy per rendere più efficaci le politiche di prevenzione, prendendo come riferimento i dati sulla mortalità 2017-2023 dell’Inail che coprono i 610 sistemi locali del lavoro italiani (Sll), che per la Basilicata la ripartizione dei fondi per la prevenzione è diminuita da 10,6 euro abitante a 9,8 euro abitante. E’ inaccettabile come sono inaccettabili – aggiunge – gli indicatori statistici introdotti che determinano il cosiddetto indicatore di rischio previsto. La situazione della Basilicata, con 8 morti sul lavoro dall’inizio dell’anno e in “zona rossa” richiede piuttosto risorse finanziarie, strumenti, progetti rafforzati, perché ogni infortunio mortale è una tragedia evitabile, una vita sacrificata in nome del profitto o della produttività. Dietro ogni numero c’è una persona, sempre. È tempo di agire. La prevenzione degli infortuni mortali sul lavoro è un dovere etico collettivo. Ogni vita conta. Dobbiamo impegnarci – continua il segretario della Uil – per creare una cultura in cui la sicurezza sia parte integrante di ogni attività lavorativa, garantendo a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici il diritto fondamentale di lavorare in un ambiente sicuro e protetto. Ogni giorno perso senza agire è un giorno in cui si rischia di piangere una o più vittime. “Zero morti sul lavoro “non è uno slogan: è l’unico obiettivo”, parla inoltre della necessità di individuare strumenti di sostegno alle famiglie delle vittime sul lavoro che dopo aver perso il capofamiglia si trovano a gestire una situazione di disagio economico. Non saranno gli algoritmi a fermarci.
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