
UIL Taranto, con il coordinatore Gennaro Oliva, chiede misure concrete: “Non basta indignarsi dopo ogni tragedia. Vogliamo un impegno reale per fermare questa strage silenziosa. Il lavoro deve essere dignità, non pericolo.”
Taranto, 9 luglio 2025 – La provincia di Taranto non è tra le peggiori in Italia per numero di morti sul lavoro, ma i dati ufficiali aggiornati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering su base INAIL raccontano comunque una realtà preoccupante. Con un indice di incidenza pari a 13,7 morti ogni milione di occupati, Taranto si colloca al 42° posto nella classifica nazionale, ma rientra comunque nella fascia arancione, che segnala un rischio superiore alla media nazionale. E se da un lato il dato non è tra i più alti, dall’altro non può essere sottovalutato, perché a morire sono lavoratori, padri, madri, figli: vite spezzate che lasciano un vuoto nelle famiglie e nella comunità.
“Quello che ci preoccupa non è solo la posizione in classifica, ma il fatto che ancora oggi si possa morire lavorando,” commenta Gennaro Oliva, coordinatore territoriale della UIL Taranto. “Due decessi in cinque mesi, in una provincia come la nostra, sono già troppi. Il lavoro deve essere sicurezza, non rischio. Non possiamo più limitarci a indignarci dopo ogni tragedia, serve un’azione costante, capillare e condivisa.”
Il contesto regionale amplifica il grido d’allarme. La Puglia, con un indice di incidenza pari a 15,3, è la settima regione d’Italia per gravità e viene classificata in zona rossa, la più critica. Questo significa che, rispetto alla media nazionale (11,6), il rischio di morire lavorando in Puglia è sensibilmente più alto. Province come Foggia (38,7) e Brindisi (27,3) registrano incidenze ben superiori alla soglia di allerta. Anche Bari e Taranto, pur restando in zona arancione, contribuiscono a un quadro complessivo che parla chiaro: la sicurezza sul lavoro non è una conquista raggiunta.
A livello nazionale, le morti in occasione di lavoro nei primi cinque mesi del 2025 sono state 277, cui si sommano 109 decessi in itinere, per un totale di 386 vite spezzate. La tendenza è in aumento rispetto al 2024. A guidare la classifica per numero assoluto di vittime è la Lombardia. I settori più colpiti restano Costruzioni, Manifattura, Logistica e Commercio.
In questo quadro complesso, la UIL Taranto guarda con favore a tutte quelle azioni concrete che mettono la sicurezza al centro dell’agenda pubblica. In tal senso, è da accogliere positivamente l’ordinanza “anti-caldo” emanata dal Sindaco di Taranto, che limita le attività lavorative nei cantieri durante le ore più calde delle giornate estive. “Un atto di responsabilità e buon senso – sottolinea Oliva – che mette al centro la salute dei lavoratori in un contesto climatico sempre più difficile. La prevenzione parte anche da gesti concreti come questo.”
Altrettanto rilevante è il protocollo d’intesa firmato il 26 giugno scorso a Taranto tra il Commissario straordinario per i Giochi del Mediterraneo Massimo Ferrarese, Ance Taranto, Cassa Edile Jonica e i sindacati edili di CGIL, CISL e UIL. Un patto che sancisce l’impegno per la trasparenza e la legalità nei cantieri delle opere per il 2026. L’intesa prevede un tavolo di monitoraggio permanente, il divieto del subappalto a cascata, l’uso della banca dati della Cassa Edile e il rispetto pieno dei contratti collettivi. “È un modello da replicare – sottolinea Oliva – perché garantisce diritti, regole chiare e sicurezza nei luoghi di lavoro, soprattutto in un momento di grande fermento infrastrutturale per la nostra città.”
Ma il richiamo della UIL non si ferma ai cantieri dei Giochi. “Serve la stessa attenzione – incalza Oliva – anche per i grandi poli industriali del nostro territorio. Su ex Ilva, ENI ed Arsenale militare, la parola d’ordine dev’essere vigilanza costante. Non possiamo permettere che la produttività venga anteposta alla vita umana. La sicurezza deve essere un presidio continuo, non un argomento stagionale.”
“La campagna nazionale della UIL ‘Zero morti sul lavoro’ non è uno slogan, ma una necessità civile. Noi chiediamo da anni l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, più ispettori, formazione vera e continua, un database pubblico per monitorare i rischi. E vogliamo un Testo Unico semplificato che dia finalmente coerenza a un sistema normativo troppo dispersivo,” continua Oliva. “Abbiamo partecipato ai tavoli con il Governo e continueremo a farlo con spirito costruttivo, ma non faremo sconti a nessuno.”
La UIL Taranto, raccogliendo il grido delle famiglie e dei lavoratori, propone l’attivazione urgente di un Osservatorio territoriale sulla sicurezza, con il coinvolgimento di enti ispettivi, aziende, scuole e sindacati. “Solo attraverso la prevenzione e la responsabilità condivisa possiamo invertire la rotta,” conclude Oliva. “Non possiamo permettere che la routine della morte sul lavoro diventi una triste normalità.”



Views: 0