
Legambiente: “Il deposito nazionale serve ed è urgente per le scorie a media e bassa attività, mentre per quelle ad alta si deve lavorare a livello comunitario per individuare un deposito geologico idoneo e il più possibile sicuro”
In Italia i rifiuti radioattivi sono attualmente stoccati in depositi inidonei e pericolosi. Come l’ITREC a Rotondella
Il dietrofront del ministro dell’Ambiente Pichetto-Fratin sul deposito nazionale delle scorie nucleari è il solito pasticcio all’italiana, l’ennesimo su questo tema.
“Tutti i siti nucleari attuali non sono idonei – sostiene Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata. Stoccare in tali luoghi i rifiuti radioattivi del passato rappresenta un rischio ingiustificato: va scelto un luogo unico tra i 51 ritenuti idonei, e che sia il meno pericoloso”.
“Individuare il sito più idoneo per realizzare il deposito – continua Lanorte – significa poter conferire al meglio rifiuti che ancora vengono prodotti per esempio nel comparto medico-sanitario, mettendo in massima sicurezza le scorie che per ora sono provvisoriamente depositate in luoghi assolutamente non sicuri, come per esempio l’ITREC a Rotondella”. Il deposito serve e va realizzato in uno dei 51 siti della CNAI (Carta Nazionale delle Aree Idonee), con un percorso trasparente e partecipato. Dobbiamo assolutamente evitare di ripetere gli errori del passato, come accaduto venti anni fa a Scanzano Ionico, dove la scelta è caduta dall’alto invece che essere frutto di una seria e attenta analisi tecnico scientifica e un’adeguata condivisione territoriale”.
“È fondamentale- aggiunge Lanorte- attenersi rigorosamente al percorso messo in campo con la Carta nazionale, evitando salti all’indietro senza senso che comprometterebbero la credibilità di quanto fatto finora, esponendo ulteriormente il Paese a lungaggine dei tempi e a rischi inutili. Il Deposito Unico per i materiali radioattivi nasce dal fatto che l’Italia, pur non avendo più centrali atomiche attive, ha accumulato ingenti quantità di questi materiali, prodotti nel secolo scorso e ancora oggi con lo smantellamento e la bonifica dei siti nucleari, e altre, in minor quantità, che vengono prodotte tuttora. Ci sono ancora rifiuti radioattivi attualmente stoccati e dislocati su tutto il territorio nazionale in decine di siti assolutamente inidonei, come l’ITREC a Rotondella, con gravi e ingiustificati rischi per tutti”.
“Infine, la piega che sta prendendo la vicenda del Deposito Unico – conclude Lanorte – dimostra quanto sia anacronistica l’ipotesi di rilancio della stagione nucleare, in un paese che non è in grado di gestire adeguatamente nemmeno l’eredità del passato”