Tataranno. Lo stabilimento Stellantis di Melfi non è solo una fabbrica.

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È il cuore pulsante della nostra economia regionale, è il simbolo di una Basilicata che ha dimostrato di poter competere con i territori più sviluppati d’Europa.

Oggi, però, questo cuore batte più lentamente e non possiamo fingere di non vedere i segnali d’allarme.

Tutto ciò accade non per una crisi di mercato inevitabile, non per l’obsolescenza di un prodotto, ma per scelte politiche precise e identificabili.

Bruxelles ha deciso che dal 2035 non si potranno più vendere auto nuove a combustione interna.

Una scelta che rivela tutta l’arroganza di una burocrazia che ha perso il contatto con la realtà.

La sinistra, quella che si definisce progressista, che dice di difendere i lavoratori, cosa ha fatto quando al Parlamento Europeo si votato questo regolamento? Ha votato a favore!

Gli stessi che oggi manifestano davanti ai cancelli di Melfi hanno alzato la mano per condannare l’industria automotive italiana.

E mentre noi ci facciamo del male con regolamenti irrealistici, altri paesi stanno costruendo il loro futuro industriale.

Non siamo contro l’ambiente, non siamo contro il progresso.

Siamo contro l’ideologia cieca che sacrifica il lavoro sull’altare di un ambientalismo da salotto.

Il futuro di Melfi, il futuro della Basilicata, il futuro dei nostri giovani dipende dalle scelte che facciamo oggi.

Non deludiamoli.

Domenico Raffaele Tataranno

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