Confartigianato: nonostante segnali di resilienza pmi prospettive di grande incertezza per il 2023

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“Nel comparto artigiano e pmi l’anno che sta per chiudersi registra alcuni significativi segnali di resilienza delle imprese e l’ingesso in ‘recessione tecnica’. Le prospettive per il 2023, condizionato dall’evoluzione della guerra in Ucraina e dalla dinamica dei prezzi dell’energia, preannunciato dai segnali provenienti dagli indicatori congiunturali, sono sempre più incerte. A preoccuparci è soprattutto l’apparato produttivo ed occupazionale del Sud e della Basilicata”. E’ il commento di Rosa Gentile, dirigente nazionale e regionale di Confartigianato al 22esimo report del Centro Studi Confartigianato.  I margini di manovra delle politiche economiche nazionali per fronteggiare le conseguenze drammatiche della crisi energetica in corso appaiono ristretti. Con un elevato debito pubblico, la Commissione europea raccomanda all’Italia politiche fiscali prudenti. Si rischia una pericolosa sincronizzazione pro-ciclica tra un insufficiente impulso fiscale e una marcata stretta monetaria, prevista in accentuazione nelle prossime riunioni del Consiglio della Bce dopo l’aumento dei tassi di 200 punti base in soli 98 giorni, tra luglio e ottobre. Ne conseguono un aumento del costo del credito e una compressione della propensione ad investire delle imprese. Con uno shock inflazionistico da costi, lo ricordiamo, una restrizione monetaria è meno efficace e potrebbe prolungarsi eccessivamente nel tempo. Non va sottovalutato il rischio di un passo eccessivamente rapido nella normalizzazione dei tassi ufficiali.

Superata, auspicabilmente presto, la crisi energetica, nella prospettiva di più lungo periodo vanno programmati interventi per la riduzione strutturale della pressione fiscale sui fattori produttivi – come evidenziato da Confartigianato nell’Assemblea dello scorso 22 novembre, – la riqualificazione della spesa pubblica e il sostegno della domanda per investimenti, penalizzata dalla stretta monetaria: nel 2023 è previsto un aumento degli investimenti dell’1,9%, in deciso rallentamento rispetto al +9,5% registrato quest’anno. Serve un piano fiscale di legislatura, opportunamente intrecciato con il piano delle riforme, per guardare oltre all’emergenza e sostenere i processi di crescita.

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