Scegliere la cucina più sana (euro-mediterranea) sostenendo la candidatura di quella italiana a Patrimonio Unesco; usare prodotti e produzioni autoctoni ed eco-sostenibili da valorizzare e promuovere; formare i “professionisti” della cucina a comportamenti etici; educare famiglie, bambini, studenti all’alimentazione sana, quale prima base di corretti stili di vita: sono i principi più significativi della “Carta di Palazzo Italia-Aci (Associazione Cuochi Italiani)” lanciata nella conferenza internazionale – con la presenza di autorità del Governo e del Parlamento della Romania, dirigenti di istituzioni scolastiche, associazioni di volontariato e di donne romene, esperti – che a Palazzo Italia Bucarest ha concluso la Settimana della Cucina Italiana nel mondo. A condividere la “Carta” – proposta dal presidente di Palazzo Italia, l’acheruntino Giovanni Baldantoni e dalla presidente dell’Aci, la lucana Enza Barbaro – le istituzioni romene: Il Prefetto di Prahova Virgiliu Daniel Nanu , il Segretario di Stato del Ministero della Satute Catalin Visean, la senatrice Laura Mihaela Moagher – Coordinatore dei progetti legislativi e autore della Proposta di elaborazione di un progetto di legge sull'”Educazione Alimentare” –materia scolastica in Romania, il deputato Simona Maya Teodoroiu. Con loro rappresentanti di Università (facoltà di Farmacia Bucarest “Carol Davila”), istituti scolastici, associazioni di consumatori, sociali e di volontariato. Un percorso italo-romeno e che si estende a tutti i Paesi Balcanici e approderà al Parlamento Europeo. Alla base la dieta mediterranea che è uno stile di vita, più che un semplice elenco di alimenti con la sua “piramide alimentare”. Barbaro nel tracciare i primi sei anni di attività dell’Aci (circa 200 associati) ha ricordato corsi e lezioni svolte nelle scuole tra i bambini e le iniziative svolte dal Gruppo Emergenza Sociale nei primi mesi di guerra in Ucraina e la Giornata di Solidarietà a Potenza (aprile 2022-Concerto Insieme per l’Ucraina al Conservatorio) per sostenere le popolazioni ucraine. Tra le tante iniziative la costituzione del Gruppo Donne Chef per valorizzare la figura femminile in cucina. Ma il mangiare sano è sopratutto una scelta etica e sostenibile – come ha sottolineato don Pierluigi Vignola, Cappellano Aci – fornendo un decalogo di piccoli-grandi comportamenti che vanno dai prodotti a km zero e stagionali,
alla selezione di aziende fornitrici di alimenti con l’obiettivo del rispetto dell’ambiente e dei lavoratori addetti.
Il nostro percorso – sottolinea Balantoni presidente Palazzo Italia – continuerà affidando alle classi politiche ed istituzionali dei Paesi Europei la “mission” di predisporre un Quadro legislativo in linea con le normative europee in materia di educazione alimentare e del suo impatto sulla sana alimentazione che fanno riferimento a norme del 2018 (rimaste inapplicate), come è accaduto in questi giorni con il significativo ddl approvato dal Parlamento italiano che vieta la carne prodotta in laboratorio. La nostra “Carta” vuole essere un punto di riferimento, innanzitutto per i professionisti della cucina e un ulteriore stimolo ad accrescere le iniziative dal basso. Ci è sembrato questo il modo migliore per celebrare la Settimana della Cucina italiana nel mondo ed evitare il rischio che si risolvesse in un’azione ritual ed estemporanea. I nostri messaggi: la filiera dell’agroalimentare e quindi la sua promozione e commercializzazione nei Paesi Balcanici in cui operiamo (oltre Romania, in Bulgaria, Moldavia, Ungheria e nel nord della Germania) e la diffusione della cultura della cucina italiana ed euromediterranea, con le caratteristiche della dieta mediterranea”. Al centro gli obiettivi di valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche delle Regioni e dei territori italiani, anche a fini turistici; valorizzazione della Dieta Mediterranea quale modello di stile di vita equilibrato; tutela e valorizzazione dei prodotti a denominazione protetta e controllata, unitamente ad azioni di contrasto al fenomeno dell’Italian sounding; azioni di promozione dei vini italiani per migliorarne il posizionamento sui mercati internazionali; attività di presentazione e internazionalizzazione dell’offerta formativa italiana del settore. Dietro un piatto e un prodotto c’è un territorio e un metodo di produzione” stile di vita che il nostro cibo sottende, sulla cultura della condivisione che ci rappresenta, “per un’Italia vista non solo come Paese del bello, ma anche come Paese del bello condiviso”.
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