SPORT PALESTRA DI VITA. Cosa ci insegna un campione: incontro con Beppe Bergomi

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di Ingrid Iaci

Sport palestra di vita. Oltre il talento: cosa ci insegna un campione”, questo il tema della serata organizzata da Fideuram all’hotel relais Histo, ieri sera, alla presenza di un grande campione come Beppe Bergomi.

Classe 1963, campione del mondo nel’82, fedelissimo alla maglia dell’Inter e della Nazionale, Bergomi ha piacevolmente chiacchierato con Giuseppe Riccardi amministratore delegato di Fondi & Sicav e Angelo Valenzano regional manager di Fideuram. Sono, inoltre, intervenuti: Sergio Pepe divisional manager per la Puglia, la Basilicata e la Sardegna, Giancarlo Fonseca, originario di Grottaglie e rappresentante di una società di investimenti svizzera. La serata è stata organizzata dalla Fideuram di Taranto coordinata da Giancarlo Argese, Group Manager di Taranto.

Beppe Bergomi, detto “zio”, con all’attivo 757 presenze con la maglia dell’Inter e quattro mondiali giocati, ha raccontato una moltitudine di aneddoti per illustrare alla platea non certo la sua vita da campione, bensì quella di ragazzino che dall’oratorio si ritrova, poco più che adolescente, campione del mondo.

Una carriera costruita in parte sul talento che, come egli stesso ha spiegato, da solo non basta: deve necessariamente essere accompagnato da tanto impegno e tanta determinazione. 

“In fondo giocare a calcio è una cosa divertente – ha detto il calciatore storico dell’Inter – ma se non ci metti anche la costanza degli allenamenti e l’impegno per continuare a studiare e fare bene anche tutto il resto, facilmente puoi perderti per strada. Il talento da solo non basta. E poi occorrono dei buoni “padri”, degli allenatori che sappiano guidarti sul campo e nella vita.” E Bergomi non poteva non ricordare Bearzot, lo storico allenatore della Nazionale dell’82 che lo ha molto instradato sulla via dell’educazione e del rispetto, vere direttrici di ogni aspetto della vita del campione, anche fuori dal campo di gioco, ma anche Trapattoni e Simoni, altri importanti maestri di vita.

Allo stesso modo, Angelo Valenzano, ha rappresentato in parallelo come nel mondo della finanza occorrano gli stessi valori, la stessa preparazione la stessa costanza nell’ accompagnare i clienti nelle scelte finanziarie. E quando ci sono i momenti di crisi, come quello che stiamo vivendo, o ci si trova di fronte ad un avversario fortissimo, per usare un parallelismo nel calcio, la miglior difesa è sempre…. l’attacco!

Tanta solidarietà anche nella vita di Bergomi che, giovanissimo, con alcuni compagni dal cuore interista, come Baresi, nel 1982 fonda “I Bindun: girovaghi della solidarietà“, una associazione a scopo benefico nella quale Bergomi ha potuto applicare tutti i principi dell’esperienza degli oratori, la cultura della solidarietà vera e cristiana, principi ispiratori anche degli operatori Fideuram che mettono sempre “le persone” al centro del loro lavoro.

“Chi vince lo scudetto?” è stata la domanda conclusiva, inevitabile quanto scontata, alla quale Il campione ha saputo rispondere con il suo impareggiabile savoir faire: “… diciamo che Napoli e Milan difficilmente potranno essere superate in classifica” ha dichiarato tristemente l’uomo che ha abbandonato la carriera calcistica solo quando ha capito di non poter più continuare a giocare nella squadra del cuore (neroazzurro).

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