PISTICCI. IL CONSIGLIO COMUNALE UNITO PER IL DIRUPO NEL PATRIMONIO UNESCO

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1. Il primo piccolo ma importante passo è stato fatto. Il Consiglio Comunale, nella seduta dello scorso 15 dicembre, si è espresso all’unanimità a favore dell’attivazione della procedura che potrebbe condurre a candidare il “Dirupo” all’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.

2. La definizione di “Patrimonio Mondiale” nasce nel 1972, quando l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (l’UNESCO) adotta la Convenzione per la protezione del patrimonio culturale e naturale, al fine di salvaguardare i siti di “eccezionale valore universale” da presentare e trasmettere alle generazioni future. Questo obiettivo si fondava sull’idea per cui “il patrimonio culturale e naturale è un bene inestimabile e insostituibile, non solo per ogni nazione, ma per l’umanità intera. La perdita, per deterioramento o scomparsa, di uno di questi beni preziosi rappresenterebbe quindi un impoverimento del patrimonio di tutti i popoli del mondo”.

3. L’Italia è il paese che detiene il maggior numero di siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Sono 58 quelli riconosciuti “patrimonio dell’umanità”. Tra questi ci sono i “nostri” Sassi di Matera.

4. Il passo fatto dal Consiglio Comunale è, come dicevamo, solo un primo piccolo passo di un percorso lungo e complesso. È un passo però importante e dall’altissimo valore simbolico. L’Organo diretta espressione della volontà cittadina si è espresso unanimemente a favore di un’iniziativa che potrebbe portare il territorio all’attenzione di scenari mondiali. È quindi importante che sia stato il Consiglio – e non solo una parte politica – a farsi formalmente promotore e sostenitore dell’iniziativa. Il voto unanime reso dal Consiglio è in questo senso un primo segnale importante. Un segnale di unità lanciato alla cittadinanza tutta che, speriamo, possa essere raccolto. Insieme alla comunità occorre ora credere e lavorare alla realizzazione del risultato.

5. Il percorso è a tappe. La prima tappa intermedia è la candidatura alla cosiddetta Lista Propositiva (o Tentative List). La Lista Propositiva è un “inventario” che ciascuno Stato fa dei beni esistenti all’interno dei suoi confini che possano considerarsi patrimonio culturale e/o naturale con potenziale valore universale e pertanto risultino idonei alla successiva iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. È appunto da tale “inventario” che gli Stati possono poi attingere per proporre beni da candidare al Patrimonio Mondiale.

6. L’obiettivo non è meramente velleitario. Al contrario, sebbene non scontato, ha concrete possibilità di essere centrato. Il Dirupo – al netto di problemi pur esistenti – per storia e caratteristiche architettoniche, urbanistiche e paesaggistiche, presenta molteplici elementi che sembrano integrare uno o più dei criteri che sono il presupposto dell’inclusione nel Patrimonio Mondiale (deve essere infatti dimostrata la ricorrenza di almeno uno dei dieci criteri dettati dall’UNESCO). La storia di resilienza del sito, la tipologia edilizia della “Lammia”, il modello urbanistico – architettonico delle case “a schiera”, il rapporto armonico e di integrazione con il contesto ambientale (si pensi all’uso esclusivo di materiali a chilometri zero), lo stretto nesso esistente con una civiltà contadina ormai scomparsa, rendono il Dirupo un luogo capace di parlare al mondo. Un luogo che rappresenta un modello di città – e, quindi, un modo di essere comunità – espressione di valori di portata universale che meritano di essere salvaguardati e riconosciuti

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