Quarantott’ore fa era invasa dall’acqua con la pavimentazione in basolato divelta. Via Bruno Buozzi è stata completamente rifatta e dalle ore 14, di oggi è possibile percorrerla anche in auto, con le limitazioni previste dal regolamento della zona a traffico limitato.
La strada di accesso ai Sassi, immortalata dai filmati amatoriali che hanno fatto il giro del mondo e suscitato sgomento, è tornata alla normalità. Effettuata anche la pulizia di Piazza San Pietro Caveoso mentre si procede alla rimozione dei detriti lungo le strade degli antichi rioni e della città ed a completare i sopralluoghi tecnici nei locali del centro storico e dei Sassi.
Nell’attesa di una stima definitiva dei danni causati dal maltempo, la città sta lavorando alla predisposizione di un piano per mitigare in futuro gli effetti di fenomeni come quelli che si sono verificati.
In mattinata il Sindaco Raffaello de Ruggieri ha ricevuto una telefonata da parte del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha voluto essere informato sull’evoluzione della situazione.
“Occorre predisporre – ha spiegato il Sindaco al Presidente del Consiglio in una lettera seguita alla telefonata – interventi di contenimento della velocità delle acque nell’anello stradale sovrastante i Sassi che, in seguito alla edificazione dei nuovi quartieri nelle colline circostanti l’antico centro abitato, non rappresentano più un’area di contenimento, bensì di scivolamento accelerato delle acque. Nel contempo, sarà necessario recuperare e ripristinare il sistema di raccolta dell’acqua meteorica costituito da percorsi sotterranei e ipogei, che negli anni sono stati interrotti e, a volte, compromessi dalla costruzione dei quartieri della città nuova e dagli interventi di recupero all’interno dei Rioni Sassi. E’ su questo aspetto che dovranno essere concentrati gli sforzi e gli investimenti perché il restauro e la valorizzazione della città sotterranea è la sfida che la città deve sostenere per evitare il ripetersi di fenomeni in grado di danneggiare il patrimonio architettonico e culturale di Matera e di rappresentare un pericolo anche per i cittadini”.
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