Proroga incarico 118, Summa (Cgil Basilicata): “Atto gravissimo”

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“Ennesimo atto gravissimo adottato dal Commissario dell’Asp Giovanni Chiarelli che, di fatto decaduto dall’incarico a seguito della nomina dei nuovi direttori generali avvenuta lo scorso 16 novembre, con atto dirigenziale ha confermato alla guida del 118, il dottor Colarusso per i prossimi tre anni, fino al 2021”. Lo sottolinea in una nota Angelo Summa Segretario generale della Cgil Basilicata.
“Ma nei contratti e nei provvedimenti di nomina dei Commissari adottati a gennaio scorso, già oggetto di attenzione da parte della magistratura, non era previsto che l’incarico avesse durata fino alla “nomina dei nuovi direttori generali?
Gli attuali commissari dell’Asp, dell’azienda sanitaria regionale San Carlo e dell’Asm, pur se decaduti con la nomina dei nuovi direttori generali, continuano stranamente ad adottare atti di valenza generale non avendo formalmente alcun titolo.
Siamo alla spregiudicatezza pubblica amministrativa della classe dirigente che governa questa regione, si è superato ogni limite. Siamo ormai alla continua violazione delle norme che regolano le nomine dirigenziali nella pubblica amministrazione: un vero e proprio abuso perpetuato al di fuori di ogni regola, al solo scopo di poter continuare a mantenere posizioni di potere.
Non è una solo una questione di diritto, che pure solleveremo nelle sedi opportune, è anche una questione di merito e di politiche sanitarie da troppo tempo mortificate.
Ancora un maldestro tentativo di aggirare norme e procedure da parte di una politica che ha pervaso la sanità con gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti .
La Giunta ha nominato i direttori generali subordinando gli effetti delle nomine alla sottoscrizione dei contratti, senza prevedere alcun termine entro il quale i contratti debbano essere sottoscritti e di fatto rimettendo la sottoscrizione alla mera volontà degli interessati.
Al tempo stesso, smentendo se stessa, i provvedimenti di nomina dei commissari e i contratti con questi sottoscritti, ha stabilito che i Commissari decadano dalla data di sottoscrizione dei contratti.
La circostanza non ha precedenti nella storia di questa Regione e delle aziende sanitarie che per la prima volta si trovano ad avere un direttore generale già nominato ed un commissario.
Ed il commissario, o meglio ex commissario, nel pieno dei poteri a lui conferiti dall’atto di nomina del direttore generale dell’ASP adotta in data 29 novembre il rinnovo sino al 2021 del direttore del 118.
Ed allora delle due l’una: o l’atto di nomina è nullo perché condizionato alla firma del contratto ed in quanto tale non adottabile in pieno regime di prorogatio o i Commissari sono decaduti con l’atto di nomina così come previsto nei rispettivi contratti e dunque tutti gli atti da essi adottati sono nulli.
Come previsto dall’art. 3, comma 6, del d. lgs. 30 dicembre 1992, n. 502, il direttore generale dell’azienda sanitaria viene nominato dal presidente regionale, su delibera conforme della Giunta, fra soggetti muniti di adeguata competenza tecnica.
Alla base della nomina del direttore generale c’è quindi un’investitura fiduciaria di soggetti che sono chiamati ad attuare obiettivi di politica sanitaria che evidentemente una giunta in scadenza non è legittimata ad individuare, ed un presidente facente funzioni già scaduto non è legittimato ad assegnare in sede di stipula di contratto rinviata a data incerta.
Nel frattempo un ex Commissario adotta un atto strategico che impegna l’azienda sino al 2021 condizionando le scelte del nuovo management nell’ambio di un settore nevralgico come quello dell’emergenza-urgenza.
Ma tant’è: paradossi logici e aporie giuridiche al servizio delle esigenze di una politica orientata alla ricerca di un consenso basato esclusivamente su una continua e costante “captatio benevolentiae” nei confronti degli elettori.
Al fine di tutelare il rispetto delle norme che sovraintendono la gestione della pubblica amministrazione- conclude la nota della Cgil Basilicata -chiediamo alla magistratura di vigilare e intervenire affinché nella nostra regione le istituzioni operino in piena legalità e nel rispetto dei principi costituzionali e normativi”.

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