“Sanità, sistemi regionali socio assistenziali e socio sanitari a confronto”

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Le richieste dello Spi Cgil Basilicata: rendere attuativi i piani intercomunali socio sanitari e socio assistenziali e approvare entro la fine dell’anno la proposta di legge sull’invecchiamento attivo

 

unnamedRendere attuativi i piani intercomunali socio sanitari e socio assistenziali e approvare entro la fine dell’anno la proposta di legge sull’invecchiamento attivo. Queste le richieste lanciate dallo Spi Cgil Basilicata al governo regionale in occasione dell’incontro che si è tenuto a MateraSanità, sistemi regionali socio assistenziali e socio sanitari a confronto” promosso da Spi Cgil Basilicata e Spi Cgil Lombardia e presieduto dal segretario generale Spi Cgil Matera Angelo Vaccaro.

 

Dopo i saluti dal segretario generale Cgil Matera Eustachio Nicoletti, ai lavori – introdotti dal segretario generale Spi Cgil Basilicata Nicola Allegretti e il segretario Spi Cgil Lombardia Claudio Dossi – sono intervenuti il dirigente generale dipartimento politiche della persona Donato Pafundi, il consigliere regionale della Regione Lombardia Carlo Borghetti, il ricercatore Ires Basilicata Pierluigi Smaldone,  che ha illustrato la ricerca ancora in corso sulle residenze per anziani in Basilicata, il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa,  il segretario nazionale Spi Cgil Raffaele Atti e il segretario generale Spi Cgil Lombardia Stefano Landini.

 

“Il protocollo d’intesa con l’Anci Basilicata sulla contrattazione sociale, la proposta di legge sull’invecchiamento attivo, la definizione dei Piani intercomunali socio sanitari e socio assistenziali, l’accordo con la regione Basilicata sulla riapertura dei bandi per i non autosufficienti, sono il frutto del grande lavoro fatto fino a questo momento dai sindacati d’intesa con le istituzioni ma non può bastare – dice il segretario generale Spi Cgil Basilicata Nicola Allegretti –  Nell’attuale proposta di riforma della sanità lucana non sono evidenti impegni precisi sul riordino della medicina territoriale, sui servizi socio sanitari e socio assistenziali e sulla continuità assistenziale h 24 nonché sulla definizione della presa in carico del cittadino che si rivolge alle strutture sanitarie per essere curato. Una riorganizzazione del sistema non può prescindere da questi aspetti né tantomeno dagli investimenti in tale direzioni”

 

Aggiunge il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa: “La sanità lucana è tra le più virtuose del mezzogiorno grazie alle riforme fatte negli anni. Il limite della riforma attuale è proprio l’assenza di un pensiero lungo sui bisogni sanitari. È una riforma inutile, che non sceglie, non qualifica e rischia di compromettere l’intero sistema sanitario regionale costruito fin qui. Una regione piccola come la Basilicata una separazione tra le aziende ospedaliere dalle aziende sanitarie, con la concentrazione in un unico ospedale di più presidi ospedalieri, non agevola i livelli socio assistenziali ma li abbassa, rischiando addirittura di farli scomparire totalmente. L’ospedale unico, il San Carlo, si ridurrebbe a un ospedale di base con un aumento della migrazione sanitaria per le cure specializzate. Una riforma fatta dai dirigenti generali è un assunto di riforma fallace che non può rispondere alle reali esigenze del sistema. Ecco perché la nostra proposta è quella di costituire un’azienda sanitaria unica. Sulla salute – conclude Summa – non si scherza. Bisogna aumentare la prevenzione, le campagne di screening personalizzate per accrescere la qualità e ridurre le liste di attesa”.

 

Stefano Landini, segretario generale Spi Cgil Lombardia, spiega così il senso dell’iniziativa: “E’ uno scambio di buone pratiche tra due regioni diverse ma che hanno in comune l’impegno dello Spi sul territorio a fare della partita  socio sanitaria una delle azioni più importante. La nostra presenza qui è significativa in quanto portiamo l’esperienza dello Spi Cgil Lombardia che presidia il tavolo di contrattazione con la Regione Lombardia per portare a casa risultati concreti sul tema delle rette, dei ticket e di una sanitò che prenda in carico le persone e affronti l’annosa questione ed emergenza dell’invecchiamento della popolazione”.

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